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Programma ProMed: Italia e Malta insieme per la sostenibilità nel Mediterraneo

Programma ProMed: Italia e Malta insieme per la sostenibilità nel Mediterraneo

By Redazione

Palermo – Fare economia sostenibile, produrre vini di qualità e tutelare l’ambiente. Su questo orizzonte si muove il nuovo progetto “ProMed – La protezione dell’ambiente nelle isole del Mediterraneo attraverso la valorizzazione di un sistema culturale arboreo”, la nuova iniziativa di sviluppo sostenibile promossa dall’Istituto Regionale della Vite e del Vino e condivisa da
importanti partner istituzionali ed enti di ricerca siciliani e maltesi è stata presentata a Marsala, presso la Sala Conferenze del Museo Archeologico Baglio Anselmi.

Il programma ProMed, giudicato capace di sviluppare una forte azione di cooperazione istituzionale multilivello e di operare su un’effettiva priorità di sviluppo e di comune rilevanza strategica, è stato ammesso al finanziamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale all’interno del Programma operativo Italia-Malta 2007-2013. Quest’ultimo appartiene all’obiettivo di
“Cooperazione Territoriale Europea”, così come previsto dalla politica di coesione comunitaria, che ha per obiettivo quello di “rafforzare l’attrattività e la competitività dell’area transfrontaliera nel rispetto del principio di sostenibilità ambientale”.

Nell’obiettivo più specifico di “sostenere la ricerca e l’innovazione per favorire percorsi di sviluppo sostenibile”, l’Istituto Vite e Vino come ente di ricerca scientifico si è fatto capofila di un gruppo di soggetti istituzionali e di ricerca tra Italia e Malta. Il progetto promosso dal partenariato ha come principali obiettivi la lotta all’erosione e lo sviluppo e l’incremento di fonti di reddito eco-compatibili complementari al turismo balneare nelle isole di Gozo, Malta, Linosa e Pantelleria.

“La Sicilia riesce a distinguersi per la capacità progettuale e di utilizzo delle opportunità offerte dall’Unione Europea. Insieme all’Europa vogliamo scommettere sulle straordinarie risorse naturali proprie dell’area del Mediterraneo, e di cui la viticoltura costituisce una peculiarità importante, in una logica di sostenibilità economica ed ambientale”. Lo ha affermato il direttore dell’Istituto Regionale Vite e Vino, Dario Cartabellotta, introducendo il seminario di presentazione del progetto.

All’incontro con i giornalisti oltre a Cartabellotta, hanno partecipato Sebastiano Missineo, Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Elio D’Antrassi, Assessore Regionale alle Risorse Agricole e Alimentari, Daniele Tranchida, Assessore Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, Juanito Camilleri, Rettore dell’Università di Malta, Salvatore Barbagallo, Direttore Generale del Dipartimento Interventi Infrastrutturali in Agricoltura – Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari e Felice Bonanno, Dirigente Generale del Dipartimento della Programmazione – Presidenza della Regione Siciliana. Ospite d’eccezione sarà il Ministro delle Risorse e Affari Rurali di Malta Onorevole George Pullicino che, con la sua presenza, ha rimarcato l’importanza di questo progetto e l’impegno istituzionale in favore della buona gestione cooperativa per lo sviluppo delle isole del Mediterraneo.

L’erosione, causata da riduzione di copertura vegetale e siccità, costituisce ormai una problematica propria della maggior parte delle isole del Mediterraneo, dove il turismo balneare non integrato ha portato al progressivo svilimento della flora costiera e all’abbandono delle campagne. Storicamente la coltivazione della vite, spesso in modo definito eroico, con l’azione di
ancoraggio delle radici e con la costruzione e il mantenimento di muretti a secco a sostegno dei versanti scoscesi, ha difeso il territorio.

A Malta, periodi di siccità in estate e inverno hanno portato a una graduale e ben visibile desertificazione. Qui come altrove, la vite è stata identificata come uno strumento idoneo per invertire questa tendenza: la formula, coniugare la tutela ambientale con le potenzialità di prodotti ad alto reddito conseguiti attraverso un’appropriata valorizzazione dei derivati dell’uva. Solo così sarà possibile incoraggiare gli agricoltori al mantenimento delle colture di tradizione. Allo stesso modo, la viticoltura nelle altre isole è a rischio: a Pantelleria, negli ultimi 20 anni, la superficie di vigneto si è ridotta da 3.000 a 1.526 ettari, mentre a Linosa, i vigneti sono in pratica scomparsi.

Numerosi i partner che affiancheranno, in questo progetto, l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, a cui è affidato il ruolo di leader del progetto: il CSEI di Catania, l’Università di Malta, i Comuni di Lampedusa, Linosa e Pantelleria, l’Organizzazione dei Produttori Gheneb Ghall-Inbid (OP che rappresenta i produttori di uva delle isole maltesi) e, infine, il Ministero delle Risorse e degli Affari Rurali di Malta. Proprio l’IRVV, nell’ottica dello sviluppo sostenibile, ha già realizzato con pieno successo un progetto analogo a Mozia, operando degli studi preliminari per aumentare le rese del vino a Pantelleria e, dal 2008, gestisce dei vigneti sperimentali a Linosa.

“Scopo di questo progetto – ha commentato Cartabellotta – è proprio quello di integrare proposte ambientali nei piani di governo e nelle scelte di investimento e valorizzazione del territorio. Non è facile conciliare gli interessi ecologici con quelli economici e produttivi, ma è proprio attraverso la capacità propria dell’agricoltura di coniugare questi due aspetti che si ottengono risultati significativi di riqualificazione e valorizzazione territoriale complessiva. Le isole minori hanno un ruolo fondamentale di promozione del territorio: luoghi dove la viticoltura eroica dà produzioni di eccellenza e allo stesso tempo fornisce un valore ambientale riconosciuto, oltre che dai consumatori, dalle stesse commissioni europee”.

Le attività di Progetto, suddivise in sei moduli di lavoro in cui coopereranno i soggetti responsabili del partenariato, prevedono la gestione, il coordinamento e la comunicazione del progetto, lo studio dei territori con l’individuazione delle zone a rischio, l’ottimizzazione dell’impianto del vigneto nella corretta utilizzazione dei diversi vitigni in funzione delle peculiarità locali (microclimi, etc), la valorizzazione dei suoi prodotti per rendere il sistema remunerativo e quindi in grado di auto mantenersi nel tempo, la creazione di un centro sperimentale per il prosieguo delle attività di ricerca applicata e sperimentazione relative a Malta e la promozione di nuovi percorsi turistici integrati al sistema vitivinicolo.

Redazione Newsfood.com+WebTv

 

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