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Più sicurezza negli ospedali piemontesi con le unità di gestione del rischio clinico

By Redazione

Torino – Cresce la sicurezza e la qualità delle cure negli ospedali piemontesi, con la creazione in ciascuna azienda sanitaria di un’«unità di gestione del rischio
clinico» e l’adozione di nuove linee guida regionali per prevenire eventi avversi e incidenti in sala operatoria e in corsia.

È quanto prevede un provvedimento approvato oggi dalla Giunta regionale, che recepisce quanto prodotto nel corso di un anno di lavoro dal gruppo tecnico sulla materia costituito nel 2007
presso l’Assessorato alla tutela della salute e sanità.

L’unità di gestione, che avrà carattere multidisciplinare e multiprofessionale, sarà composta, oltre che dalla direzione sanitaria dell’azienda, dagli operatori di tutte le
strutture coinvolte nei processi di gestione del rischio e lavorerà in sinergia con le unità già preposte al controllo delle infezioni ospedaliere e alla salute
professionale. I suoi compiti saranno quelli della diffusione delle normative e dei protocolli all’interno dell’azienda, della raccolta e dell’analisi della casistica degli incidenti e del
coordinamento delle azioni da intraprendere per il contenimento di questi ultimi.

«Attualmente – spiega il direttore dell’Assessorato, Vittorio Demicheli – la funzione di gestione del rischio clinico è espletata con modalità differenti da azienda ad
azienda. Anche alla luce dell’accorpamento in atto, si è così ritenuto opportuno fornire delle indicazioni perché in tutte le Asl e gli ospedali venga creata una struttura
permanentemente dedicata al miglioramento della sicurezza e alla limitazione dei pericoli, sempre e comunque esistenti. Contemporaneamente, abbiamo predisposto una serie di linee guida sui
comportamenti da adottare in materia di infezioni ospedaliere, di ritenzione di materiale nel sito chirurgico, di identificazione del paziente, di conservazione e distribuzione delle soluzioni
contenenti cloruro di potassio e di vigilanza sui dispositivi medici. Infine, abbiamo messo a punto un programma di formazione apposito che nel corso del 2008 vedrà coinvolti circa 130
operatori, i quali, a loro volta, saranno chiamati presso la propria azienda ad organizzare corsi di base formativi e informativi, mirati a diffondere la cultura della prevenzione del
rischio».

Per quanto riguarda le infezioni ospedaliere, in particolare – contenibili, ma non eliminabili del tutto, in quanto non necessariamente dipendenti da errori degli operatori o da carenza
strutturali – la strategia di azione si basa su tre punti. Innanzitutto la sorveglianza, con studi di incidenza periodici per verificare che gli eventi avversi non avvengano con frequenza
superiore a quella indicata come fisiologica dalla letteratura scientifica. Quindi, il controllo sulle procedure e sulla corretta attuazione dei protocolli a disposizione per contenere i
rischi. Infine, l’informazione al pazienti sui rischi di comparsa di un’infezione durante il ricovero, anche in connessione alla specifica patologia da cui ciascuno è affetto.

Sul fronte della ritenzione di garze o di altri strumenti in sala operatoria, invece, nella delibera si danno indicazioni per il conteggio sistematico e la verifica dell’integrità di
tutto ciò che viene utilizzato e si prescrive l’utilizzo di materiale contrassegnato.
Ed ancora, in tema di identificazione del paziente, si introducono procedure più rigorose sia nel periodo di preparazione all’intervento, sia in quello immediatamente precedente
l’ingresso in sala operatoria.

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