Ocrelizumab, il farmaco per la sclerosi multipla

Il trattamento precoce con ocrelizumab è in grado di ridurre significativamente il rischio di progressione della disabilità permanente sia nella sclerosi multipla recidivante (SMR) che nella sclerosi multipla primaria progressiva (SMPP). A confermarlo sono i dati presentati al Congresso Annuale dell’American Academy of Neurology (AAN), che si è tenuto a Filadelfia dal 4 al 10 maggio.
Ocrelizumab è il principio attivo del farmaco Ocrevus, prodotto da Roche. Viene somministrato tramite infusione endovenosa (una prima dose da 300 mg, seguita da una seconda infusione da 300 mg dopo 2 settimane, poi una singola infusione da 600 mg ogni 6 mesi).
Si tratta di un anticorpo sintetizzato in laboratorio e derivato da cellule umane in grado di colpire in maniera selettiva i linfociti B CD20-positivi, un tipo specifico di cellule immunitarie che aggrediscono le cellule nervose e la guaina mielinica (riveste le fibre nervose, con funzione protettiva e isolante) causando i sintomi associati alla sclerosi multipla.
Ocrelizumab, da quando in Italia?
Dal 2018 ocrelizumab è disponibile anche in Italia a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La molecola, infatti, ha ricevuto l’approvazione dell’AIFA per la rimborsabilità in fascia H ed è erogabile esclusivamente in ambito ospedaliero. Nel nostro Paese le persone affette da sclerosi multipla sono quasi 118.000.
Questa malattia cronica progressiva che colpisce il sistema nervoso centrale, infatti, fa registrare ogni anno 3.400 nuove diagnosi, che nella maggior parte dei casi interessano persone tra i 20 e i 40 anni, con un’incidenza oltre 2 volte superiore nelle donne.
La malattia può manifestarsi in diverse forme, principalmente quella a ricadute e remissioni (nell’85% dei casi) e quella progressiva (nel 15%). La sclerosi multipla è una patologia che implica complicazioni fisiche, che molto spesso portano a forme a anche gravi di disabilità. La patologia, infatti, ha un elevato impatto sulla vita delle persone colpite. Un paziente su 3 ha dichiarato di essere stato costretto a lasciare il lavoro a causa della SM.
Dai dati presentati al Congresso Annuale dell’AAN è emerso un profilo beneficio-rischio coerente e favorevole del farmaco. I nuovi dati, infatti, dimostrano che la riduzione del rischio di progressione della disabilità (sia nella sclerosi multipla recidivante che primariamente progressiva) è associata a un’esposizione più prolungata a ocrelizumab e a livelli più bassi dei linfociti B.
Evidenziano, inoltre, l’impatto positivo della molecola nel ridurre la progressione della disabilità permanente, confermando i dati a lungo termine, di oltre cinque anni di studi (OPERA I e OPERA II condotti in pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante e ORATORIO condotto in pazienti adulti con sclerosi primaria progressiva). Questi risultati quindi, costituiscono un argomento fortemente a favore dell’utilizzo del farmaco già dalle prime fasi della malattia.
Effetti collaterali ocrelizumab
Sebbene Ocrelizumab sia ritenuto un farmaco sicuro a lungo termine può avere degli effetti collaterali. Le reazioni avverse più importanti e segnalate con maggiore frequenza sono le infezioni delle vie aeree superiori e disturbi associati all’infusione, quali: prurito, rash cutaneo, orticaria, eritema, vampate, ipotensione, piressia, affaticamento, cefalea, capogiri, irritazione della gola, dolore orofaringeo, dispnea, edema faringeo o laringeo, nausea, tachicardia.
Redazione Newsfood.com