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Moscatello di Taggia: rinasce il vino dei Reali d’Inghilterra

Bicchiere di vino bianco

Il Moscatello: vino fuoriclasse della Riviera ligure, era scomparso dalle tavole a causa di parassiti e tempo inclemente.

Ora, rinasce grazie ad una squadra di addetti ai lavori, dove Eros Mammoliti, piccolo produttore vinicolo di Ceriana, si è appoggiato all’Università di Torino e del Consorzio del
Moscato di Asti. In cerca di piante superstiti, loro hanno ricostruito la storia.

Il Moscatello nasce forse nel ‘300: vino bianco ricavato da una pianta dell’entroterra taggiasco, parte dal porto della moderna Riva Ligure per finire sulle tavole dei nobili d’Europa. E’
particolarmente amato dalla Corona inglese, i cui cantinieri hanno il divieto assoluto di tagliarlo con altre bevande alcoliche.

Poi, le fluttuazioni di mercato, che spingono gli agricoltori a riconvertire le vigne in oliveti. Infine, nei primi anni del Settecento, l’arrivo della filossera, un parassita che poco dopo
distrusse anche quel poco che era rimasto della coltivazione.

In cerca di superstiti, Mammoliti e colleghi hanno esplorato il luogo di nascita del Moscatello, le valli Armea ed Argentina: sono state individuate 67 piante, di cui alla fine solo una si era
mostrata adatta.

Da quella pianta il produttore di Ceriana ha ottenuto dei vitigni, il cui prodotto ha da poco ottenuto l’approvazione della Commissione di controllo dei vini DOC della Riviera di Ponente.
Invece, il debutto in società è arrivato con “Meditaggiasca”, la manifestazione tenutatasi al monastero della Madonna del Canneto a Taggia.

Matteo Clerici

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