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Mario Fregoni, il Professore del Vino al 50° Vinitaly (Video)

Mario Fregoni, il Professore del Vino al 50° Vinitaly (Video)

By Giuseppe

Verona, 10 aprile 2016, intervista di Giuseppe Danielli, articolo di Giampietro Comolli

MARIO FREGONI, IL PROFESSORE.
Ce ne fossero di 82enni così!
Di Giampietro Comolli

E’ già in pensione (nato a Milano nel 1934), ma resta “il” professore di viticoltura, soprattutto per me che sono stato suo allievo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza dove ha insegnato per oltre 50 anni (nel 1958 si laurea, dal 1980 è ordinario della cattedra di viticoltura). Uno dei primi laureati con rettore Padre Gemelli nella sede di Piacenza, una delle più lunghe e qualificate cattedre di viticoltura al mondo, dalla formazione in vigna alla ricerca in laboratorio, dalle relazioni accademiche alla sperimentazione in campo.

Ricercatore schivo, attento, geniale, di battuta facile, rigido quanto basta, pretenzioso agli esami, attento ai dati e ai numeri reali, non adattati.  Un accademico che, insieme agli “emeriti” professori del calibro di Piana, Cappa, Bottazzi, Casati, Paris, Cervato, Salamini, Domenichini…, ha portato negli anni ’70 la giovane Facoltà di Scienze Agrarie di Piacenza ad essere citata ed elencata al terzo posto assoluto fra tutte le facoltà di agraria europee (40 paesi).

Dire di essere iscritto all’ ”agraria di Piacenza” era un vanto, ancor di più se laureato in tempi giusti: erano 5 anni di vecchio corso per 37 esami e con un voto pieno e con lode. Una facoltà dove si sudava e si imparava. Il Prof. Fregoni è stato vice-presidente e presidente del Comitato Nazionale Vini a cavallo del fattaccio “metanolo”, ha inciso molto sulla scrittura della legge 164 del 1992 che cercò soprattutto di chiudere il capitolo sofisticazioni con sanzioni vere e pesanti.

Personalmente ci legano alcuni momenti importantissimi:  la possibilità di frequentare l’Istituto di Viticoltura e conoscere la ricerca, come fare le zonazioni viticole; dal 1991  la borsa di studio intitolata a mio padre e la co-fondazione di Ceves e Ovse, oggi punto di riferimento per tanti studenti e scrittori dei vini spumanti, frizzanti, effervescenti. Un mondo enologico che nel 1990 in Italia era molto marginale, sotto tutti i punti vista, al punto che 3 articoli completi della legge 164 dedicati ai vini effervescenti e scritti “quasi” insieme, furono cancellati la notte prima della approvazione alla Camera! Un capitolo su cui scrivere.

Dopo 20-25 anni era giusto che la nuova legge allentasse un po’ i legacci del 1992. Uomo che propugnava il sistema delle Doc a cappello, delle Docg basate anche sul valore economico delle vigne e dell’uva, come già accadeva in Francia da oltre due secoli. Presidente dell’Oiv, il massimo organismo governativo del vino mondiale, presidente dell’Accademia di analisi sensoriale, sicuramente un estensore dell’importanza della “piramide” della qualità dei vini ma non “aziendale” come soprattutto avviene in Francia, più “ territoriale” puntando molto sulla vocazione geografica-agronomica-vegetativa della vite.

Fautore dello stretto legame: uomo, vite, ambiente come vero motore e vero valore aggiunto della piramide e spesso argomento centrale delle innumerevoli conferenze tenute annualmente in ogni paese e in ogni accademia con sempre aggiornate e vivaci note degustative polemiche, soprattutto verso la “politicizzazione” delle doc e dei disciplinari di produzione.

Per me non è solo un maestro (in continuo e in divenire) ma è stato anche un amico di mio padre (di quasi 20 anni più vecchio) e un sostenitore delle operazioni tecniche agrarie e viticole attuate da mio padre sulle colline piacentine già negli anni ’50-’60. E’ scritta in tanti testi la scoperta casuale delle mutazione genetica “ in Rosa” del vitigno Malvasia Bianca di Candia Aromatica scoperta da mio padre e che trovò Mario Fregoni attento ricercatore della regressione muta-genetica al punto di arrivare dopo 25 anni di dura selezione, all’impianto di vigneti nel piacentino della speciale Malvasia Rosa.

Ben 5 le varietà di vino “costituite” da Mario Fregoni: la Malvasia Rosa,  l’ERVI (Barbera x Croatina), la Celtica (Riesling italico x Chardonnay), la Virgilio (Riesling italico x Pinot nero B) e la la Pliniana (Riesling italico x Pinot Nero N).

Fregoni è stato ed è un grande scrittore di viticoltura, numeri impressionanti di articoli pubblicati nel mondo, recensioni, citazioni, libri enciclopedici e anche manuali brillanti… un mixage fra l’accademico e il giornalista che oggi ci vorrebbero almeno 3-4 carriere di giovani cattedratici per eguagliarne qualità e quantità.

Tempi che cambiamo, forse oggi + Internet e – Cabernet fanno la differenza anche nelle aule magne universitarie. Continua a essere premiato, una onorificenza dietro l’altra, non solo membro dell’Accademia di agricoltura di Francia, ma anche recentemente  attestati di altre Università italiane e straniere, tre lauree Honoris Causa , il Commendatorato di Spagna e il Cavalierato di Francia .

In poche righe è difficile esprimere e far capire il pensiero-tecnico di Fregoni, in parte già espresso, ma ci provo. E’ un difensore del legame vitigno-terra-clima nel cui triangolo perfetto si deve organizzare la produzione. “E’ in vigna che si fa la qualità” è solito ripetere. Non ama l’IGT Italia, men che meno la Doc Tricolore perché snatura il triangolo perfetto, rende più facile prendersi certi libertà nell’elaborazione dei vini.

Fautore della diversità varietale italiana, della personalizzazione del vino. Indignato sempre per l’abbandono politico e strategico in cui versa la vitivinicoltura italiana, seppur primo paese al mondo. Al recente Vinitaly 2016, eravamo insieme, mi è sembrato di cogliere un suo “pensierino” che un Renzi in visita a cantine, al Vinitaly, che parla di export vino e spumanti ( NDR: anch’io sono orgoglioso della citazione dei nostri dati economici http://www.ovse.org ) comincia a piacergli. Ma mi frena subito: << Mi ricrederò sulla lontananza dei vertici politici nazionali e sulla uscita della politica dalle scelte delle Doc, quando un premier italiano o presidente due giorni dopo la elezione si recherà a fare visita a una Denominazione di vino italiano, come fanno sempre i leader francesi ….forse dall’epoca del Re Sole!>> La vis-polemista è sempre forte anche a 82 anni.

Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Docente Contratto Distretti Produttivi-Turistici
Mob +393496575297

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