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Lucca: L’amministrazione regionale riconosce lo stato di emergenza

By Redazione

Lucca – La Regione Toscana riconosce lo stato di calamità naturale alla Provincia di Lucca dopo le ultime terribili piogge del 19-20 gennaio.

Il pressing di Coldiretti (www.lucca.coldiretti.it), dopo i gravi danni subiti dalle aziende agricole dell’orto frutta, in particolare nella zona della piana e della versilia con
i campi allegati e numerosi fossi esondati, porta ad un nuovo importante risultato: il riconoscimento da parte dell’amministrazione regionale dello stato di emergenza regionale
concesso – si legge nel bollettino ufficiale  – alla Provincia di Lucca (assieme a quella di Pisa, Pistoia e Massa Carrara) per gli eventi meteorologici del 19 e 20
gennaio che hanno ulteriormente aggravato una situazione già fragile determinata dalle straordinarie condizioni meteo di novembre e dicembre.

E di pioggia ne è caduta davvero tanta. Secondo Coldiretti nel 2009 è raddoppiata in media con le campagne in tilt per danni alle coltivazioni, frane e smottamenti sul
territorio. Si parla precipitazione superiori dell’82,3 per cento rispetto alla media dello stesso mese nel periodo 1971-2000 che hanno mandato alla malora oltre la metà degli
ortaggi di stagione come bietole, spinaci, carciofi, cavolfiori, cicoria e insalate. 

“Le ultime piogge sono state la tegola finale – sottolinea Dina Pierotti, Presidente Provinciale Coldiretti – per un agricoltura che ha visto in poche ore spazzato via
anche la metà del raccolto in alcuni casi. I danni maggiori per le aziende agricole che producono ortaggi sia nella Piana di Lucca che nella Versilia dove sono presenti la
maggior parte di questa tipologia di aziende. L’acqua è fuoriuscita dai fossi allagando i campi e sommergendo tutto. Ora possono essere attivate da parte della Provincia le
delimitazioni necessarie ad attivare le provvidenze previste dal protocollo”.

A sorprendere è la grande quantità d’acqua che si è abbattuta sulla Provincia a dimostrazione che “le precipitazioni temporalesche persistenti
confermano – spiega  La Pierotti – la sempre più elevata frequenza di eventi estremi che sono una espressione dei cambiamenti climatici in atto che mettono in pericolo
la sicurezza del territorio nazionale, dove sette comuni italiani su dieci sono  interessati dagli oltre 21mila chilometri quadrati di territorio nazionale considerato a rischio
per frane e alluvioni”.

Ora però, a far paura è tornato lo spettro delle gelate annunciate, ed in parte già arrivate anche sulla costa. “Siamo preoccupati – prosegue Coldiretti
– perché gli abbassamenti eccessivi e prolungati di temperatura possono decimare ulteriormente le coltivazioni in campo come insalate, cavoli, cavolfiori, cicoria, radicchio e
verza”.

L’unica difesa contro i capricci del tempo si chiama: assicurazione. Se il meteo non si può controllare, si può almeno limitare nei danni. “Una misura da
adottare – consiglia il Presidente Provinciale – per evitare danni di natura economica in caso di raccolti bruciati da questo clima pazzo, ma anche in caso di grandine ed
eventi simili”.

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