Legambiente: quasi tutti fondi del CIPE per opere faraoniche, assolutamente inutili per rispondere efficacemente alla crisi”
6 Marzo 2009
Nulla per le opere più piccole, necessarie e rapidamente cantierabili (come richiesto anche dall’Ance), in grado di attivare da subito nuova occupazione e risolvere problemi; soldi a
pioggia invece per opere faraoniche e inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina e nuove autostrade. “Le opere approvate oggi dal Cipe non servono all’Italia per uscire dalla crisi e non
possono rispondere efficacemente alle richieste di mobilità del Paese”.
Questo il duro commento di Legambiente al piano di finanziamenti deliberato dal Consiglio dei ministri di oggi.
“Con le risorse stanziate dal Governo – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale dell’associazione – non si aprirà nessun cantiere se non per pura propaganda,
perché per il Ponte il piano finanziario che doveva garantire le risorse private è ancora tutto da scrivere e sperare in risorse private in un periodo di crisi delle banche
è quantomeno improbabile”.
In particolare la scelta del Ponte condanna tutte le altre opere che da anni aspettano in Calabria, Sicilia, Puglia di essere finanziate: dal raddoppio della ferrovia Palermo-Messina a quello
della Jonica, dall’Alta Velocità Napoli-Bari, all’acquisto di treni per uscire da un medioevo ferroviario fatto di convogli vecchi di 50 anni, linee a binario unico (il 90% in Sicilia il
70% in Calabria), linee non elettrificate (il 56% in Sicilia, il 53% in Calabria).
“In positivo – ha aggiunto Cogliati Dezza – dobbiamo segnalare però il finanziamento previsto per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti scolastici che in molti
casi versano in condizioni disagiate”.