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Le radici della Comunità croata in Molise, riscoperte attraverso un ‘cooking show’

Renato Kraljev e Ivan Pažanin

Le radici della Comunità croata in Molise, riscoperte attraverso un ‘cooking show’

Testo e foto
Maurizio Ceccaioni
per Newsfood.com

Se dici Croazia, non puoi non pensare anche all’Italia, due nazioni che hanno tanto passato e presente in comune. Ci sono città della Croazia, specie sulle coste dell’Adriatico, con tracce della presenza culturale romana e l’indiscussa ‘Forma Urbis’ che richiama quella dell’Antica Roma. Monumenti, spesso dichiarati ‘Patrimonio dell’Umanità’, come li puoi trovare a Spalato (Split), la romana Spalatum. Il ‘Palazzo di Diocleziano’, imponente complesso architettonico fatto realizzare dall’imperatore tra la fine del III e il IV secolo d.C. e poi divenuto il cuore fortificata della città; o l’attigua ‘Porta Aurea’, principale accesso monumentale della cinta muraria cittadina, assieme alle porte Argentea, Bronzea e Aenea.
Pola (Pula) è famosa per i manufatti risalenti al I secolo a.C., come l’Anfiteatro, il Teatro che poteva ospitare 4-5 mila spettatori e l’Arco di Trionfo, fatto realizzare tra il 29 e il 27 a.C. dai ‘Sergi’, una famiglia romana molto influente nella città. Salona (Solin), fu colonia e capitale della Dalmazia romana. Si possono vedere ancora i resti delle strade lastricate in basalto, l’acquedotto, la chiesa palocristiana, l’anfiteatro e tanto ancora, di quello che è rimasto dopo il passaggio predatorio dei ‘Veneziani’.
Città non solo verso il mare, ma anche avamposti all’interno come Mursa major (Osijek), Burnum (Ivoševci), dov’era accasermata la ‘Legio XI’ Claudia, Poetovio (Ptuj), nella romana Pannonia (oggi Slovenia), dove stava di casa la ‘Legio XIII’ Gemina. Oppure come Rovigno (Rovinj), definita ‘La piccola Venezia’, Fiume (Rijeka), Zara (Zadar) e Ragusa (Dubrovnik), che si sono poi sviluppate sotto la ‘Repubblica della Serenissima’.

 

Il ministro del Turismo Croato Gari Cappelli durante il discorso di apertura del cooking show

Un po’ di storia italo-croata a molti ignota

Quella che vogliamo raccontare è la storia di una comunità, che si è rifugiata in Italia tanto tempo fa e vi è rimasta. È quella Croato-Molisana (Moliški Hrvati) che – come altre popolazioni provenienti da Istria e Dalmazia, che nella Serenissima Repubblica di Venezia erano dette degli ‘Schiavoni’ – lasciarono le loro terre per sfuggire a un destino altrimenti segnato, dopo la conquista dei Turchi di Costantinopoli nel 1453.

Gente in fuga che si stabilì in molte regioni del sud Italia, ma principalmente nella provincia di Campobasso. La zona prescelta fu quella collinare tra i fiumi Biferno e Trigno, in comuni come Acquaviva Collecroce (Živavoda Kruč), Montemitro (Mundimitar), San Felice del Molise (Filič, Mafalda, Montelongo, Palata, Petacciato, San Biase, San Giacomo degli Schiavoni e Tavenna. Territori dove si sono sviluppate generazioni di croato-molisani, ma dove oggi sono solo in pochi a parlare il dialetto ‘naš jezik’ (la nostra lingua) derivazione dell’antico ‘štòkavo-ìkavo’ usato nella Dalmazia centrale.

 

Renato Kraljev-Ivan Pazanin-Viviana Vukelic e i l ministro del Turismo Croato Gari Cappelli

Un cooking show, tra storia ed enogastronomia

L’occasione di conoscere questa storia ce l’ha offerta un Cooking Show organizzato giorni fa a Roma, presso il ‘Baglioni Hotel Regina’ di via Veneto. Un evento patrocinato dal Ministero degli Esteri-Ufficio per i Croati all’Estero, fortemente voluto dall’ambasciatore della Repubblica di Croazia in Italia Jasen Mesić e organizzato dall’Ente Nazionale Croato per il Turismo in collaborazione con le associazioni Jedna Musika di Acquaviva Collecroce/Kruč e Mosaico Italo Croato di Roma. Tra le altre autorità e personaggi di rilievo presenti, anche Neven Pelicarić Veleposlanik, ambasciatore presso la Santa Sede.

 

Ivan Pažanin-Viviana Vukelic-Renato Kraljev

È una Croazia piena di sapori quella che ha portato davanti ai fornelli due chef d’eccezione come Renato Kraljev e Ivan Pažanin, ai quali hanno fatto da contraltare Colombo (Bobo) Vincenzi e Filindo Russo, molisani Doc, che in cucina non sono secondi a nessuno.
La performance gastronomica è stata realizzata a margine della nuova campagna di marketing messa in campo dal Ministero del Turismo Croato e dall’Ente Nazionale Croato per il Turismo in Italia, per presentare le proposte turistiche 2018 del “Paese dalle mille isole”.
A introdurre i cuochi e parlare di questa Comunità croato-molisana insediata nel nostro Paese da oltre 500 anni, il ministro del Turismo Croato Gari Cappelli, che ha ricordato delle nuove iniziative per rinsaldare il legame tra i nostri Paesi, specie in campo turistico ed enogastronomico. Un discorso poi affrontato anche dalla direttrice dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo in Italia, Viviana Vukelic, che ha accennato a proposte molto attrattive per l’offerta turistica croata verso un target di vacanzieri, come quelli del mercato italiano, che solo nei primi quattro mesi del 2018 ha contato su circa 259 mila pernottamenti in Croazia.

 

I piatti di Renato Kraljev e Ivan Pažanin

Molto apprezzata l’iniziativa anche dai molti rappresentanti della stampa di settore, che hanno molto apprezzato sia i piatti presentati che l’eccezionale buffet con un vasto repertorio di prodotti tipici e dolci fatti in casa. Chiaramente, tutto accompagnato dagli ottimi vini croati, prodotti da oltre 6 mila ettari complessivi di vigneti che si estendono per dalle colline al mare e di cui Dalmazia e Istria in particolare, sono i maggiori produttori ed esportatori.
Vini rossi come il Plavac Mali, Terrano (Teran) o il Dingač della penisola di Peljesač, primo Doc croato in assoluto nel 1967. Ma pure gli ottimi Pinot Nero, Merlot e Cabernet Sauvignon, o i bianchi come il Vugava dell’isola di Vis, Gravina, Kraljevina, Plavec Zuti; la Malvasia istriana novella, il Sauvignon di Medimurje, il Moscato (Muškat) bianco di Momiano e il Vrbnička žlahtina dell’isola di Veglia (Krk).

 

Il ministro del Turismo Croato Gari Cappelli tra Bobo Vincenzi e Filindo Russo

Conosciamo meglio questi “quattro moschettieri della cucina” croato-molisana

Renato Kraljev, di Zara (Zadar), è tra i più celebri chef della Dalmazia. Ha ricevuto molti premi nelle numerose competizioni gastronomiche a cui ha partecipato con le sue originali ricette. Noto tra i più famosi ristoranti dalmati, ha prestato la sua arte culinaria per soddisfare i palati di molte troupe cinematografiche internazionali che hanno girato in Croazia. Il piatto presentato durante il Cooking Show è stato un ‘Brodetto di seppie di Banj – isola di Pasman’ e a margine dell’incontro ha presentato al pubblico il suo libro, tradotto in italiano e in inglese, ‘Cucina autoctona della regione di Zadar’. 
Ivan Pažanin è uno chef di Spalato che – come raccontano le cronache – ha appreso i rudimenti della cucina da nonna e mamma, ma si è fatto le ossa sulle navi da crociera. Ama la cucina mediterranea, che – come ha detto – «Attraverso ingredienti comuni unisce popoli apparentemente diversi» e ha cucinato per grandi star del cinema, piloti di Formula 1 e famiglie reali d’Europa e del mondo. La ricetta presentata è stata ‘Riso nero ai frutti di mare affumicati’, prodotti da un’azienda di Spalato.

 

Bobo Vincenzi durante la preparazione della zuppa di pesce

 

Il molisano Colombo Vincenzi, letteralmente in tinta rossa dalla testa ai piedi, è simpatia a prima vista. Il ‘Compagno Bobo’, come viene simpaticamente chiamato, è rimasto coerentemente legato a un passato politico che puntava a un mondo diverso, come testimoniano le immagini sulle pareti del suo ristorante ‘Ribo’, in Contrada Malecoste a Guglionesi in provincia di Campobasso. Ama la sua Regione e dice che il 95% dei prodotti usati arrivano quasi a km zero. Il “cuoco rosso” è anche un personaggio televisivo, dopo le sue apparizioni a ‘Cuochi d’Italia’, il format gastronomico condotto da Alessandro Borghese. Al Cooking Show di Roma ha presentato una ‘Zuppa di pesce’, con degli spaghetti spezzati come pasta, messa a cuocere nel brodo di pesce a base di scampi, mazzancolle e cicale di mare (o pannocchie, come le chiamiamo a Roma).

 

Filindo Russo mentre prepara la coscia di agnello disossata

 

Filindo Russo e la moglie Antonella sono gli animatori della cucina del ‘Borgo Antico’, la loro piccola trattoria nello splendido borgo medioevale di Civita Superiore, una frazione del paese di Bojano (Cb). I loro piatti si rifanno alle antiche ricette della cucina tipica molisana rivisitate in chiave moderna. Un patrimonio gastronomico della cultura contadina tramandate di generazione in generazione, come il ‘Coscio di agnello disossato’, avvolta in pancetta di maiale e speziato con aglio, rosmarino, pepe e alloro, la ricetta presentata da Filindo Russo nell’occasione.
Alle rituali foto con i cuochi, è seguito in lauto buffet, come sempre organizzato alla grande dall’organizzazione degli eventi della Croazia in Italia. Perché una cosa è certa: non si esce mai con la fame!

 

Dolci tipici croati

Quella della Comunità croato-molisana è una bella storia d’integrazione che anch’io ignoravo e sono grato a chi mi ha dato la possibilità di conoscerla e di raccontarla a mia volta. Una minoranza linguistica tutelata dallo Stato Italiano che, come tante minoranze etniche che fanno parte del tessuto sociale di molte nazioni, sono uno strumento di crescita e di legame tra popoli, di cui di questi tempi se ne sente proprio il bisogno.

Foto cover: Renato Kraljev e Ivan Pažanin

 

Maurizio Ceccaioni
per Newsfood.com

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