Per il lavoro, la pausa pranzo fa la differenza: positiva per i lavoro creativi, dannosi per i lavori dove è necessaria una precisione elevata.
E’ il messaggio di una ricerca della Humboldt University, diretta dal
dottor Werner Sommer e pubblicata su “PloS One“.
Il team Humboldt ha lavorato con alcuni lavoratori volontari. Prima, il campione è stato diviso in due gruppi: i membri del primo mangiavano soli alla scrivania, i secondi al ristorante.
Il cibo era lo stesso per entrambi i gruppi, ma chi mangiava alla scrivania aveva un limite di tempo.
In seguito, tutti sono stati sopposti ad un questionario sul benessere psico-fisico.
Subito, spiegano i ricercatori, è emerso come chi aveva mangiato al ristorante evidenziava un maggiore rilassamento, ed un comportamento più calmo e pacifico. Tuttavia, rispetto
ai mangiatori alla scrivania, questi evidenziavano un “Ridotto controllo cognitivo”.
Intervistato dai media, il dottor Werner ha subito evidenziato i limiti dello studio: lo stato psico-fisico non dipende da un solo fattore (dove e come si mangia), ma deve tenere conto anche ad
es: del contesto sociale, del tempo a disposizione e dell’ambiente.
Detto questo, per l’esperto, la pausa pranzo in compagnia diventa utile o dannosa a seconda della professione scelta.
Per chi compie professioni di precisione, il ridotto controllo cognitivo è dannoso, perché aumenta il numero di errori. Al contrario, può essere utile nelle professioni
dove sono richieste armonia sociale e creatività.
Matteo Clerici
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