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La Nestlè mette in vendita la Buitoni

By Redazione

Il consolidamento e lo sviluppo dell’occupazione e della produzione in continuità e coerenza con la cultura e la responsabilità sociale dell’impresa verso i lavoratori e il
territorio, è questo, secondo le organizzazioni sindacali Fai-Flai-Uila, l’unico criterio fondamentale di valutazione dei relativi e rispettivi piani industriali che saranno presentati
alla Nestlè per l’acquisizione del sito produttivo Buitoni di San Sepolcro.

La multinazionale svizzera ha, infatti, già deciso di fare a meno di questo stabilimento mettendolo in vendita al miglior offerente. Fino a qui nulla di strano, vista la tendenza di
imprenditori italiani e stranieri presenti nel nostro paese di rinunciare a pezzi industriali quando essi escono dalle loro strategie di mercato. Il fatto del tutto eccezionale consiste
piuttosto nella decisione presa dal colosso dell’alimentazione di condividere insieme ai rappresentanti dei lavoratori il giusto percorso affinché tale cessione non metta a repentaglio
l’occupazione presente in Buitoni.

Fai, Flai e Uila hanno così elaborato una serie di caratteristiche fondamentali che il futuro acquirente dovrà avere se vorrà mettere le mani su Sansepolcro. Dovrà,
pertanto, garantire il mantenimento e lo sviluppo dei livelli occupazionali e delle condizioni di trattamento dei lavoratori; dovrà presentarsi con una dimensione industriale, una
solidità finanziaria e un’esperienza imprenditoriale del settore adeguate alla complessità organizzativa ed alle potenzialità produttive dello stabilimento; dovrà
fornire la realistica possibilità di saturare la capacità produttiva degli impianti con volumi aggiuntivi e certi di produzione; dovrà garantire il mantenimento degli
standards qualitativi dei prodotti e del loro posizionamento di mercato; dovrà esprimere la certezza degli investimenti di breve-medio periodo necessari al miglioramento dell’efficienza
e all’innovazione tecnologica degli impianti; dovrà fornire la continuità in termine di integrazione sociale, economica e culturale dell’impresa nel territorio.

Se è vero che Sansepolcro è in vendita, quindi, è altrettanto vero che questo importantissimo presidio di buona occupazione e di produzioni di qualità ha un prezzo
di mercato che va ben oltre a quello materiale degli impianti.

Lorenzo Rossi-Doria

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