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La Francia all’Expo 2015: visita al padiglione

La Francia all’Expo 2015: visita al padiglione

By Giuseppe

Bruno Breschi è un giornalista Italiano e corrispondente di Newsfood.com dalla Costa Azzurra; è un esperto di turismo e di culture, ha i capelli bianchi e ha girato tutto il mondo. Ora vive a Nizza ed è venuto a vedere la “sua” Francia  all’EXPO, nella “sua” Italia a Milano, la città dove ha vissuto per tanti anni. Ha scelto di andare a vivere a Nizza per il buon clima ma soprattutto per la qualità della vita che, pur con la crisi mondiale e le difficoltà economiche e sociali, non è nemmeno paragonabile a quella che in Italia si è costretti a subire.

Giuseppe Danielli
Direttore Newsfood.com

Al Padiglione francese dell’EXPO
Tappi e casseruole: i temi portanti della sua cusine

Fin dal primo impatto -un orto con tanto di vigna, grano, pomodori e verdure di ogni genere- si ha l’impressione di trovarsi nella campagna francese.
Un biglietto da visita molto importante e invitante.
Il tema o i temi di fondo di questa esposizione universale milanese -che è stata edificata su terreni fino all’altro giorno  molto poco sfruttati  e per mesi al centro  di pesanti scontri e… appetiti- come si ricorderà riguardano la fame nel mondo e la ricerca per rimediarvi. Orbene dalla Francia, con questo padiglione, (suggestiva la costruzione della cave/marchè edificata  sotto una enorme cupola sorretta da un ingegnoso intreccio di travi)  dopo aver toccato con mano quello che dal suo suolo -da agosto, con la regione della Bretagna, anche dal mare- si ricava, ci tiene a ricordarci che è la patria di Escoffier e dei cuochi stellati nonché dello champagne, con tanto di tappi e casseruole ben collocati in appositi spazi.

Tutto questo nel quadro in continua espansione del BIO (non mancano in tutta la Francia periodicamente dei mercati con la presentazione e la vendita di prodotti alimentari naturali).
Al visitatore attratto dall’esposizione enogastronomica e dal modo col quale viene presentata la sua realizzazione, purtroppo, sfuggono certe particolarità di un padiglione che, invece, merita una più approfondita attenzione.
Se si volge lo sguardo verso l’alto, tra i vari interstizi, si vedono delle foglie e dei rami  come quelli  della copertura dei tetti delle case di campagna del Sudafrica o dell’Irlanda. Qui le foglie che sembrano cadere sulla testa dei visitatori sono della bella e lussureggiante campagna francese: dei suoi boschi e sottoboschi, delle ginestre e dei canneti e soprattutto di buona parte del suo  mondo verde coltivato.
Poi sotto questo tetto climatizzato  ecco la tecnica venire incontro a chi desidera approfondire il discorso sia sulla produzione agricola francese come su quello che viene fatto per migliorarla e aumentarla. Tre grandi led disposti in alto mostrano con dei filmati quello che caratterizza la Camarga,  l’ Alsazia e le altre regioni della Gallia nonché dei processi di lavorazione dei loro prodotti.
Ancora una volta è la scienza che viene incontro a chi con l’aratro prepara il terreno per seminare il grano di una certa specie o di un’altra. Che sondando il terreno indirizza il produttore a scegliere una particolare coltivazione.
Nel far questo viene sottolineata-evidenziata la necessità di una stretta collaborazione tra il pubblico e il privato: tra il governo, gli enti autarchici locali e le forze produttive. Senza questo continuo, legame resta difficile guardare al domani; e nel padiglione se ne ha la riprova.
Al visitatore viene offerta la possibilità di rendersi conto di quello che la campagna, la montagna e il mare  offrono. anche con degustazioni. Si va dai formaggi (è impossibile catalogarli data la grande quantità e famosa qualità), alle carni di allevamenti, nella bella stagione spesso allo stato brado, alle ostriche, ai vini che allietano il palato dei consumatori.
“Nutrire il pianeta e l’energia per la vita” in questo padiglione non si fermano a un solo dettaglio ma spaziano anche in altri campi: da quello turistico, a quello artistico, dallo sviluppo delle energie rinnovabili, alla salvaguardia del territorio e infine alla cultura.
Nel padiglione francese si avverte questa volontà e non è poco, quando, in certe parti del pianeta, si assiste non solo allo scempio della natura ma addirittura alla distruzione di opere -testimonianze inestimabili di antiche civiltà- che gli archeologi con immensi sacrifici hanno riportato alla luce.
La Francia -anche se qui il tema di fondo riguarda il modo di vincere la battaglia contro la fame- è da sempre in prima linea, si potrebbe dire dai tempi di “madame cacca” di Zola, perché la tecnica e la scienza contribuiscano a raggiungere quei traguardi rivolti anche a elevare la cultura.

Se poi, tra una dimostrazione e l’altra, volete soddisfare le esigenze del vostro stomaco, appena oltre il corpo centrale del padiglione, una boulangerie vi dà la possibilità di mettere sotto i denti un pezzo  di baghette  ancora calda o di gustare dei dolci macaron accompagnati da un verre di mouscadet.
Bruno Breschi
Corrispondente dalla Costa azzurra
Inviato Speciale a Expo 2015
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