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La boxe femminile entra alle Olimpiadi

La boxe femminile entra alle Olimpiadi

By Redazione

Le donne fanno un passo avanti nella lunga strada per l’integrazione, anche negli sport.

ll Cio (Comitato olimpico internazionale) ha dato via libera (quasi) ufficiale alla presenza del pugilato femminile alle Olimpiadi, a partire da Londra 2012.

Per evitare un sovraccarico di atleti, alcune discipline saranno tagliate, e la scelta è ricaduta sulla boxe maschile e la categoria minimosca con 40 partecipanti. Al loro posto, cinque
categorie di peso con 8 pugilesse a testa.

Sport controverso, la boxe femminile incontra in molti Paesi la resistenza di opinione pubblica ed autorità, per motivi che vanno da diffidenze di genere (” le donne sono troppo molli e
deboli per combattere!”), a ragioni mediche (o presunte tali) sull’ inadeguatezza fisiologica del corpo femminile riguardo alle discipline di combattimento.

In Italia, la boxe femminile inizia a guadagnare notorietà nel 1996, quando il 22 aprile Stefania Bianchini batté Stefania Proietti, in un incontro valido per il titolo ma non
ufficiale in quanto la Fpi (Federazione pugilistica italiana) aveva rifiutato la pratica agonistica alle donne.

L’ evento, conclusosi con la vittoria della Bianchini, diede risalto mediatico al problema.

Il permesso delle autorità arriva il 12 Febbraio 2001: tramite un decreto, Veronesi autorizza le donne a salire sul ring; a tal proposito Katia Belillo ha dichiarato come “in Italia
adesso c’è una discriminazione in meno, c’è più spazio per le donne ed è bello che proprio gli uomini si siano battuti per raggiungere questo risultato”.

Da quel momento, il movimento pugilistico italiano ha iniziato ad espandersi, con un numero di praticanti crescente e figure di spicco come la già citata Bianchini, Emanuela Pantani e
Simona Galassi (Campionesse del Mondo, rispettivamente nelle categorie gallo e mosca) e Maria Rosa Tabbuso (Campione d’Europa, categoria supermosca).

Adesso, a Londra e nelle successive Olimpiadi, le guerriere con i guantoni hanno una possibilità in più per dimostrare che la boxe non è “solo per veri uomini”.

Matteo Clerici

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