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Italia: dieta mediterranea trascurata. Ed aumenta l’obesità tra i bambini

Italia: dieta mediterranea trascurata. Ed aumenta l’obesità tra i bambini

By Redazione

L’Italia ha abbandonato la sua identità culinaria, la dieta mediterranea, in favore di junk food forse gustosi, ma sicuramente ricchi di calorie. Ed il prezzo in salute è alto:
l’obesità, specialmente tra i bambini, è una condizione in aumento.

A lanciare l’allarme, l’Osservatorio Grana Padano che con la collaborazione di medici specialisti (dai pediatri ai nutrizionisti) esamina periodicamente l’alimentazione degli italiani.

A far mangiar male, secondo gli esperti, sono le cattive abitudini dei più giovani, abituati a preferire cibi cattivi, che poi si trasferiscono nella maggiore età.

I ricercatori hanno utilizzato il MAI ( Mediterranean Adequacy Index, che indica quanto la dieta mediterranea è presente nell’alimentazione dei consumatori) per scansionare le varie zone
della Penisola, con un occhio di riguardo ai piccoli di 7-10 anni. Si è cosi scoperto come da nessuna parte si arrivi a 2, considerato valore ottimale: i valori più alti nel nel
Nord-Est (1,37) seguito poi da Nord-Ovest (1,23) ed Isole (1,20); fanalino di cosa il Sud (1,09).

Tale situazione porta ad una crescita diffusa su tutto il territorio di problemi come obesità, di ipertensione e di colesterolo alto.


I primi responsabili di questa situazione sono le famiglie ma anche le scuole, che spesso trascurano l’importanza di una corretta nutrizione nelle loro mense.
Spiega Margherita Caroli, presidente del European Childhood Obesity Group: “La qualità del servizio di ristorazione scolastica presente in Italia è a macchia di leopardo. Mentre
in alcune province i responsabili si rivolgono alle unità operative di nutrizione delle ASL per richiedere menu con una valutazione nutrizionale, per preparare menu speciali per bambini
con problemi, per la preparazione dei bandi di gara per la concessione degli appalti, altrove tutto questo non avviene”.

L’Osservatorio Grana Padano suggerisce una “exit strategy” della tavola.

Secondo gli esperti della nutrizione, infatti i ragazzi dovrebbero assumere: da 7 a 10 volte alla settimana primi piatti a base di pasta, riso, polenta; 1 o 2 porzioni al giorno di pane, o
più, se sostituisce pasta, riso, polenta o patate; 2-3 volte a settimana carne fresca; 2-3 volte pesce; 1-2 volte uova; 2 volte formaggio; 2-3 volte legumi; 1 volta patate; 12 volte
verdura; 1 volta ogni 2 settimane fritti; 18-21 volte la settimana frutta; 1-2 volte ogni 2 settimane un dessert.

Se ciò non avverrà, se cioè la dieta mediterranea continuerà a sparire ed il cibo “spazzatura” ad aumentare, “C è da aspettarsi un’inversione della tendenza
al costante aumento della vita media libera da disabilità, che in Italia è attualmente tra le più alte al mondo”, afferma il dottor Claudio Maffeis, professore di Pediatria
presso l’Università di Verona.

Il dottor Maffeis si sbilancia in una previsione per il futuro: “I nostri figli rischiano di vivere meno e con più disabilità rispetto ai loro nonni. Occorre pertanto riflettere
sul fatto che assumere corrette abitudini alimentari per tutta la famiglia e trasmetterle ai propri figli è come sottoscrivere un’assicurazione sulla loro vita. Perché l’adozione
in famiglia di un modello alimentare mediterraneo consentirà ai loro figli di guadagnare in salute”.

Matteo Clerici

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