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Italia, dal 15 novembre inizia la vaccinazione contro l’influenza suina

Influenza suina

L’Italia è pronta a fare un passo avanti nella lotta contro l’influenza suina: il 15 novembre inizierà la vaccinazione di massa, con 24 milioni di dosi distribuite.

A renderlo noto, il dottor Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) che spiega come l’azione contro il virus h1n1 si articolerà in due fasi.
Inizialmente, verranno vaccinati 8 milioni di cittadini poi, successivamente, dal 31 gennaio in poi si immunizzeranno altri 16 milioni di soggetti.

Afferma Mele: “Il ritardo del picco ha consentito anche di guadagnar tempo in attesa della produzione del vaccino specifico. L’offerta di tale vaccino è estremamente inferiore alla
domanda. L’intenzione è quella di vaccinare il 40% della popolazione al di sotto dei 65 anni di età. La distribuzione a livello regionale terrà conto di tali percentuali e
avverrà sulla base dei criteri di popolazione residente. Il vaccino non sarà disponibile in farmacia. Si è saputo inoltre che sarà privo di bugiardino e sarà
multi dose, dieci dosi per fiala. Sarà un vaccino adiuvato con MS 59”.

Il presidente del Fimp sottolinea inoltre come la somministrazione del prodotto seguirà rigorose linee guida.

Innanzitutto, i primi ad essere trattati saranno gli addetti ai servizi sanitari essenziali, “Personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati (resterà fuori da
questa prima fase il personale delle strutture private), le strutture socio sanitarie (case di riposo, Rsa), il personale dei Distretti sanitari, almeno il 90% dei medici di medicina generale e
dei pediatri di libera scelta, i medici competenti” e i lavoratori dei settori amministativi di supporto (come Telecom e Poste Italiane). Dosi necessarie, un milione e mezzo.

Verranno poi vaccinati le persone a rischio, dai 2 ai 65 anni. Su questo punto, il pediatra ammette come “Si è discusso ampiamente su quali siano le categorie a rischio”; per ora, la
soluzione è una circolare esplicativa che tiene conto di tutte le valutazioni emerse. In cantiere è comunque una scheda di registrazione unica per tutto il territorio nazionale.
Per tali soggetti verranno usati 7 milioni.

Infine, il dottor Mele afferma come i restanti 16 milioni di vaccino “Saranno indirizzati specificatamente alla popolazione tra i due e i ventisette anni, comprendendo quindi la popolazione
sana, con modalità che dovranno ancora definirsi. Si è infine convenuto sull’aumento del 20% dell’offerta attiva per la vaccinazione antinfluenzale stagionale classica,
estendendola a una popolazione più ampia rispetto alle categorie previste negli anni precedenti”.

Sul tema delle vaccinazioni nazionali è anche intervenuta l’Unione Europea.
Gli esperti UE raccomandano ai governi sanitari di seguire la tabella stabilita, dando cioè priorità alle categorie sensibili (lavoratori essenziali e soggetti con problemi di
salute). “”Una volta che questi primi gruppi prioritari sono stati vaccinati, la vaccinazione deve proseguire finché non vengono raggiunti gli obiettivi nazionali”, ha dichiarato il
Comitato per la sicurezza della salute dei 27 Paesi UE.

Matteo Clerici

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