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Influenza suina, lo scudo nel piatto: i consigli degli esperti per una dieta anti pandemia

Influenza suina, lo scudo nel piatto: i consigli degli esperti per una dieta anti pandemia

By Redazione

L’ influenza suina è un problema sempre più costante e presente.

Sebbene gli esperti virologi invitino alla calma ed affermino come gli Stati stiano agendo correttamente, le persone desiderano maggiori sistemi di protezione.

In Inghilterra (Paese che, secondo le previsioni, sarà uno dei più flagellati) il quotidiano britannico Times ha pubblicato un semplice e pratico vademecum che spiega come
usare le pietanze della tavola per creare una sorta di dieta anti pandemia.

Il testo, opera della dottoressa Amanda Ursell, specializzata in alimentazione e dietetica, parte da una semplice constatazione: la prima difesa deve essere il rinforzo delle membrane di naso,
gola e orecchie per formare una barriera fisica contro il virus.

A tal proposito, vanno bene cibi ricchi di proteine (carne, pollo, uova, pesce, alimenti a base di soia, latte) tutti in grado di sostenere le cellule epiteliali di tali membrane.

Durante il giorno, il consumatore deve assumere almeno 3 dosi nella propria alimentazione .

Se i virus penetrano tali sbarramenti, tocca ai globuli bianchi tentare di fagocitare e distruggere tali invasori.

Per aumentare la produzione e l’ efficacia della polizia dell’ organismo, perciò, spazio alla vitamina C.

Tale principio nutritivo è contenuto in diversi prodotti, dagli spinaci agli agrumi, all’ uva alle pesche.

Altro sistema biologico contro l’ invasione del virus H1N1 è costituito dai linfociti T.

Anche una carenza minima di tali anticorpi è portatrice di problemi come raffreddori ed influenza.

Per evitare tali inconveniente, nell’ alimentazione va dato il giusto spazio allo zinco.

Il minerale può essere reperito mangiando carne, uova e prodotti del mare (specialmente crostacei, ostriche e sardine).

Promossi semi di zucca e farinacei, anche se il corpo umano assorbe più facilmente lo zinco d’ origine animale.

Sempre a proposito di minerali, vanno tenuti sotto controllo i rifornimenti di ferro.

Un suo dosaggio insufficiente ha come conseguenza l’ anemia, disturbo provoca numerose falle nel sistema immunitario, debolezza di cui il virus H1N1 potrebbe approfittare.

Ci si può rifornire di ferro dagli stessi alimenti da cui si “preleva” lo zinco.

In caso di problemi, è buona norma ricorrere ai supplementi multi vitaminici.

Tra i tanti nemici dell’ influenza suina che provengono dal piatto, la dottoressa Ursell dà particolare considerazione ad alcune procedure “esotiche”.

L’ allicina è un super-nutriente, in grado di impedire al virus di invadere e danneggiare i tessuti.

Tale composto si forma quando l’aglio crudo è frantumato o masticato, mentre la cottura la distrugge.

Perciò, sgranocchiare aglio crudo è un buon modo per fermare sul nascere l’azione di H1N!.

Il selenio è capace di creare uno scudo contro ogni virus dell’ influenza; per ottenerne il fabbisogno giornaliero, niente di meglio che includere nella propria alimentazione 3 noci
brasiliane al giorno.

Dall’ erboristeria, infine, ecco una serie di prescrizioni per rinforzare il corpo umano, principalmente contro le normali influenze stagionali.

La terapia prevede 2 tavolette di echinacea 2-3 volte al giorno ed una tavoletta di 300 mg di iperico (o erba di San Giovanni) 3 volte al giorno.

Tali prodotti vanno affiancati con un infuso, a base di menta (10 g), sambuco (10g) e millefoglie (10 g).

La dottoressa Ursell sottolinea con forma come ogni indicazione di medicina (o medicina naturale) deve essere controllata da un addetto ai lavori.

Matteo Clerici

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