In Gran Bretagna svuotata la tracciabilità
21 Dicembre 2006
I produttori alimentari del Regno Unito avranno una maggiore flessibilità nelle modalità di applicazione delle norme europee sulla tracciabilità di alimenti e mangimi,
secondo le linee guida dell’Agenzia di Sicurezza Alimentare britannica (FSA), infatti, le linee guida della FSA propongono maggiore discrezione per le industrie alimentari sulla
tracciabilità, quindi raccogliere meno dati per la tracciabilità e attenzione solo ai requisiti essenziali della legge, in maniera molto diversa da quanto richiesto dalla
Commissione Europea nelle sue Linee Guida.
Queste sono le principali novità proposte dalla FSA nelle nuove Linee Guida, ancora non definitive, sugli articoli 14-16 e 18-20 del Regolamento 178 del 2002 riguardante la sicurezza
alimentare. Il documento dell’Agenzia fornisce consigli sui requisiti normativi in campo di sicurezza degli alimenti e dei mangimi. In particolare, i consigli riguardano i requisiti di
tracciabilità e sulla necessità di notificare, ritirare dal mercato e richiamare i prodotti alimentari che non sono conformi al regolamento.
La FSA ha deciso di pubblicare queste linee guida dopo le rimostranze degli operatori del settore riguardanti gli elevati costi a carico delle industrie per il nuovo regolamento. Infatti, le
linee guida europee sul nuovo regolamento, pubblicate il 20 gennaio 2005, classificavano le informazioni richieste alle industrie alimentari sulla tracciabilità in due categorie. La
prima riguardava i requisiti normativi veri e propri, la seconda riguardava le buone pratiche da seguire, al di là dei requisiti normativi. In altre parole, la Commissione suggeriva alle
imprese di raccogliere molti più dati di quelli strettamente necessari. In risposta a questo documento le imprese alimentari avevano indicato alla FSA che seguire alla lettera i consigli
europei sulle buone pratiche sarebbe stato per loro un costo eccessivo.