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Il futuro del SER discusso ai massimi livelli

By Redazione

«Oggi è un giorno importante per il semestre di Presidenza portoghese, sono certo che questo evento costituirà una pietra miliare anche per la creazione dello Spazio europeo
della ricerca», ha dichiarato il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik alla sessione inaugurale della conferenza di alto livello sul futuro della scienza e della
tecnologia in Europa che si svolge a Lisbona (Portogallo).

Negli ultimi mesi si è registrato un vasto interesse per il dibattito sul futuro dello Spazio europeo della ricerca (SER); la consultazione on line della Commissione riguardo al Libro
verde sul SER ha infatti raccolto oltre 650 risposte da un’ampia serie di paesi, discipline e organizzazioni. Inoltre, la Commissione ha ricevuto 127 risposte più dettagliate in formato
libero.

Nel suo intervento il commissario ha risposto ad alcuni degli interrogativi sollevati durante la consultazione, in particolare quelli riguardanti il ruolo della Commissione rispetto al SER.

«La Commissione non può e non intende imporre lo Spazio europeo della ricerca», ha sottolineato, affermando che tutte le parti interessate devono invece assumersi la
responsabilità di fare in modo che il SER diventi una realtà.

Janez Potocnik ha aggiunto che la Commissione non era interessata a un coordinamento dall’alto verso il basso e ha preferito un approccio dal basso verso l’alto. «Come economista, credo
fermamente negli incentivi», ha osservato.

Durante una sessione dedicata alle sfide che devono affrontare la scienza e la tecnologia in Europa, alcune questioni sono emerse in modo ricorrente. L’importanza di promuovere i collegamenti
tra i tre lati del triangolo della conoscenza (ricerca, innovazione e istruzione) è stata sottolineata dalla maggior parte degli oratori, provenienti da discipline diverse come la
ricerca, la politica, l’industria e le organizzazioni di base.

È emerso che anche le risorse umane costituiscono un serio ostacolo all’ulteriore progresso della ricerca europea. Come ha rilevato Frédéric Sgard del Forum mondiale sulla
scienza dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la richiesta di ricercatori è attualmente superiore all’offerta. È stata in particolare deplorata
l’attuale carenza di donne nel mondo scientifico e più di un oratore ha sottolineato che i motivi per cui le donne non si avvicinano e non si dedicano permanentemente alla scienza sono
ormai noti ed è giunto il momento di adottare azioni decise per cambiare la situazione.

Molti oratori hanno esortato gli Stati membri a tenere fede alle loro promesse riguardo all’agenda di Lisbona. «Se gli Stati membri non si atterranno agli obiettivi di Lisbona,
sarà impossibile realizzare lo Spazio europeo della ricerca», ha fatto presente Andrew Dearing, dell’Associazione europea per la gestione della ricerca industriale (European
Industrial Research Management Association, EIRMA).

«Dobbiamo dare prova di maggiore maturità riguardo al SER e riconoscere che non tutti possono fare tutto, ma come europei possiamo beneficiare dei successi reciproci», ha
aggiunto Enric Banda di Euroscience.

È stata inoltre riconosciuta l’importanza di ottenere il sostegno del pubblico a favore della scienza, obiettivo che si potrebbe realizzare sensibilizzando i cittadini sulle soluzioni
fornite dalla scienza ad alcune delle maggiori preoccupazioni della società, come l’assistenza sanitaria, l’ambiente e la sicurezza.

Una visione ottimistica del futuro è stata fornita da Mojca Kucler Dolinar, che solo pochi giorni fa è diventata ministro sloveno dell’Istruzione superiore, della scienza e della
tecnologia. Il suo paese assumerà la presidenza dell’UE a gennaio e il neoministro ha chiesto il sostegno dei partecipanti nella costruzione delle fondamenta del SER.

«Il successo del SER è nelle nostre mani», ha dichiarato. «Facciamo in modo che la prospettiva dello Spazio europeo della ricerca diventi realtà.»

In ultima analisi, si è avuta la chiara sensazione che ormai si sappia come superare molti degli ostacoli che si frappongono alla creazione del SER; ora la sfida è mettere in atto
queste soluzioni. Come ha affermato Graham Davies dell’Università di Birmingham, citando Elvis, «più fatti e meno parole».

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