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Guerrini a Napolitano: “Da artigianato e piccola impresa impegno per reagire alla crisi”

By Redazione

 

Il Comitato di Presidenza di Confartigianato è stato ricevuto oggi al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini ha ricordato al Capo dello Stato l’importanza dei valori e del ruolo economico e sociale espressi dall’artigianato e dalla
piccola impresa “che – ha detto – rappresentano il 95% dell’economia italiana e sono protagonisti di quel made in Italy che il mondo ci invidia”, ed ha ribadito
l’impegno per “contribuire, da cittadini ed imprenditori, a fare della crisi un’occasione per affrontare le debolezze del nostro sistema Paese, le sue insufficienze ed
i suoi problemi”.

“La crisi – ha detto Guerrini, richiamandosi al messaggio di fine anno del Presidente Napolitano – può essere un’opportunità per un ‘serrate
le fila’ da cui esca un rinnovato impegno economico-produttivo, politico e sociale che qualifichi il peso del nostro Paese nel contesto internazionale”.

Il Presidente Guerrini, nel rivolgere al Capo dello Stato “il ringraziamento per la sua opera di monito e garanzia a tutela del bene prezioso della Repubblica”, ha espresso
la convinzione che “i valori dell’artigianato e della piccola impresa, l’’arte del saper fare’, il lavoro come impegno e sacrificio, debbano essere
riproposti con forza nel Paese, perché, dopo qualche decennio in cui sono prevalsi modelli più aggressivi e speculativi e in cui molti hanno immaginato che si potesse
vivere e guadagnare senza lavorare, mai come ora c’è bisogno di chi realmente produce ricchezza e la diffonde nel territorio”.

Guerrini si è soffermato poi sul tema del federalismo ribadendo al Presidente della Repubblica che, per Confartigianato, rappresenta “un’occasione da cogliere per
valorizzare le energie territoriali delle quali e nelle quali vive la piccola impresa”. Approccio analogo per quanto riguarda il Mezzogiorno “dove – ha detto Guerrini
– troppe risorse sono state spese per forzare inutilmente uno sviluppo che invece deve partire dalla valorizzazione delle energie delle piccole imprese meridionali, rese libere
dai vincoli burocratici, economici e sociali come quelli che derivano dall’influenza della criminalità organizzata”.

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