Grassi trans artificiali, al bando negli USA
21 Dicembre 2006
Entrati in uso negli anni Ottanta, questa tipologia di grassi, dalla struttura artificiale, è altamente pericolosa, abbasserebbero tra l’altro il colesterolo buono per innalzare
invece quello cattivo.
Si chiamano “trans artificiali” e sono i grassi ottenuti dall’idrogenazione di oli vegetali in presenza di un catalizzatore metallico. Molecole che non esistono in natura, ma che non sono
così insature come quelle dei grassi fino a qualche tempo fa usati nell’industria alimentare.
Entrati in uso negli anni ’80, con la loro struttura artificiale, i grassi “trans” abbasserebbero il colesterolo buono alzando parallelamente quello cattivo, con micidiali conseguenze per le
nostre arterie.
Così, negli Usa (la patria del fast food, ovvero l’habitat dei grassi trans-artificiali), sono stati recentemente proibiti.
Obesità, malattie cardiache e colesterolo sono infatti fra le più comuni cause di un eccesso di questo tipo di grassi.
I trans-artificiali sono “scorie” sprigionate, come dicevamo, nel processo di idrogenazione industriale di oli e margarine, il quale viene impiegato per ottenere alimenti a lunghissima scadenza
affinché mantengano il sapore senza irrancidire. Tuttavia, quelle scorie sono accusate di provocare effetti pericolosi per la nostra salute.
In un numero crescente di città gli oli idrogenati stanno scomparendo dalle mense scolastiche e dai ristoranti: succede già da un anno nei locali di New York, e anche Chicago
intende seguire l’esempio. E l’Europa marcia ormai nella stessa direzione: eliminare del tutto il consumo di oli idrogenati.
Certo, rimangono difficili da far capitolare i fast food, che difendono il diritto di friggere con oli che costano meno, che danno sapore e che permettono di mantenere prezzi relativamente
bassi.
Questi acidi grassi (che non hanno nulla a che vedere con i prodotti “transgenici”) sono ritenuti dannosi e purtroppo si possono facilmente trovare in vari alimenti, per esempio in diverse
merendine e dolci preconfezionati, molti alimenti fritti, come le classiche patatine da fast-food, ma non solo in quelle. «Molti dei cibi – afferma Andrea Ghiselli , ricercatore
dell’Inran, (Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) – che sono stati fritti hanno una certa probabilità di essere stati passati in oli con acidi grassi
“trans-artificiali”».
Si possono anche trovare nelle note patatine fritte preconfezionate, anche se quest’ultime non sono tutte da “condannare”; infatti basta guardare l’etichetta: se c’è scritto che sono
presenti grassi vegetali idrogenati e non è specificata l’assenza di grassi trans-artificiali è probabile che ci siano, mentre in caso contrario potete stare tranquilli.
Restano infine due domande: a che cosa servono? Perchè si usano?
In realtà, questi sono utilizzati perchè sono vantaggiosi per chi usa oli in origine piuttosto scadenti. La modificazione della struttura chimica originaria di questi oli, con
formazione dei cosidetti legami insaturi-trans rende infatti gli oli meno soggetti a ossidazione.
Pensate, a cosa si può arrivare per risparmiare?!
di Ada Fichera