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Giuliano D’Eredità -Intervista- Giocare a scacchi fa diventare più intelligenti?

Giuliano D’Eredità -Intervista- Giocare a scacchi fa diventare più intelligenti?

By Giuseppe

Le interviste di Mascia Maluta

Giuliano D’Eredità, intervenuto all’interno del convegno “Matematica e Realtà: occasioni per apprendere”, che si è svolto qualche giorno fa’ nella sede dell’Università degli Studi di Palermo, all’interno della seconda edizione di GIMAT (Giornate di Studio dell’Insegnante di Matematica) sostiene di sì. Classe 1962, Laurea in Fisica, Dottorato di Ricerca in “Storia e Didattica della Matematica e della Fisica” con tesi “Chess and mathematical  thinking: cognitive, historical and epistemological issues”, è consigliere federale dalla FSI (Federazione Scacchistica Italiana) e Presidente della Commissione Didattica Giovanile e Scuola, è istruttore direttivo presso il dipartimento Istruzione e Formazione della Regione Sicilia.

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La sua relazione “Gli Scacchi come “strumento didattico” in Matematica nella Scuola Primaria e Secondaria” è stata una delle più seguite all’interno di questa due giorni dedicata alla presentazione, da parte di professori e ricercatori arrivati da tutta l’Italia, dei molteplici aspetti dello sviluppo della matematica nei metodi di apprendimento, di studio e di gioco. Il convegno è stato realizzato grazie al contributo del Ministero dell’istruzione dell’Università e Ricerca, dell’Università degli Studi di Palermo e di Catania.

 

Giuliano D’Eredità ci spieghi quali sono gli obiettivi della Federazione Italiana Scacchi?

La Federazione Scacchistica Italiana (FSI) è nata nel 1920, è membro fondatore della Federazione Internazionale (FIDE) e dal 1988 è stata riconosciuta dal CONI quale disciplina associata, diventando di conseguenza a pieno titolo di una disciplina sportiva. Oggi presenta circa quindicimila tesserati e comprende trecentosessanta società affiliate che danno vita a tornei individuali ed a squadre (serie master, serie A, B,C, e promozione). L’ obiettivo principale di oggi è quello sia di diffondere e incrementare il gioco degli scacchi inteso come valore culturale, sia quello di valorizzare i talenti per il raggiungimento di validi risultati sportivi.

Quali sono le caratteristiche necessarie per chi vuole iniziare a giocare?

Gli scacchi sono uno sport senza barriere, in quanto non ci sono limitazioni fisiche, di età o di convenzioni sociali o politiche. Oltre ad essere uno sport, gli scacchi sono anche una scienza ed un’arte, e per molti, soprattutto per i giovani, rappresentano anche la realtà di un bellissimo divertirsi e trascorrere tempo in una disciplina intellettuale.

Durante la conferenza hai presentato l’aspetto didattico di questo gioco, ci racconti perché?

In Sicilia abbiamo diverse associazioni che si impegnano con passione nel settore giovanile, raggiungendo ottimi risultati. Ne è prova che il Centro Scacchi Palermo agli ultimi Campionati giovanili è risultato la terza società in Italia, la Provincia di Palermo è risultata terza e la Sicilia la seconda regione. Sempre più scuole inseriscono gli scacchi tra le loro attività, ai Campionati Studenteschi hanno partecipato quest’anno quasi quattrocento fra bambini e ragazzi. Tra le scuole storiche vorrei citare il Convitto Nazionale e la Scuola Media Leonardo da Vinci di Palermo, ma anche il Liceo Scientifico Ruggeri di Marsala e l’Istituto Pugliatti di Taormina. Gli scacchi sono una disciplina molto apprezzata nell’ambiente scolastico, in quanto sia i dirigenti scolastici, che i docenti e le famiglie, ognuno per la proprio parte, convergono sulla valenza educativa e formativa degli scacchi. Gli scacchi scolastici hanno finalità diversa dagli scacchi agonistici. E’ molto importante impegnare i bambini in una disciplina intellettuale dove il rispetto delle regole e dell’avversario, ed il fare affidamento solo sulle proprie capacità, sempre in un contesto di gioco, risulta una carta vincente, soprattutto in ambito scolastico. Questo è stato dimostrato in diverse ricerche scientifiche, in Italia col progetto SAM (Scacchi e Apprendimento della Matematica) dell’INVALSI se ne avuta una prova concreta. In particolare a Palermo ,nell’ambito del SAM si è fatto un lavoro importante presso la Direzione Didattica Garzilli (plessi Garzilli e Trinacria), dove le insegnanti, oltre ai risultati migliori nei test INVALSI, hanno notato anche un generale progresso dei bambini nelle capacità visuo-spaziali e nell’approccio al problem solving.

E’ la prima volta che si realizza a Palermo l’evento Matematica e Realtà, com’è stato il riscontro da parte del pubblico alla tua relazione?

Non è la prima volta che parlo ad un contesto di insegnanti; nell’ambito della Direttiva 90 (ora superata dalla Direttiva 170 del 2016) del Ministero dell’Istruzione abbiamo tenuto diversi corsi di aggiornamento gratuiti per il pool didattico. In queste occasioni le mie relazioni avevano l’obiettivo di presentare questa disciplina, sottolineandone gli aspetti didattici e innovativi nel campo dell’istruzione e dell’aggregazione sportiva fra i ragazzi. Inoltre ho tenuto molte relazioni in decine di corsi per istruttori, ai quali partecipavano molti insegnanti, la quasi totalità nei corsi per “Insegnante scolastico divulgativo” (la prima qualifica federale per istruttori), l’ultima delle quali a Catania la scorsa primavera. Nella relazione di oggi invece, ho presentato un’analisi più dettagliata sottolineando gli aspetti più tecnici del rapporto fra gli scacchi e la matematica, soprattutto applicati alla realtà didattica con i ragazzi. In particolare ho presentato gli ultimi risultati della ricerca scientifica sui miglioramenti nelle prestazioni scolastiche e nello sviluppo delle funzioni cognitive nei ragazzi che giocano a scacchi, evidenziando inoltre che questo gioco in età evolutiva porta ad evidenti progressi della concentrazione, della memoria, del pensiero logico e di quello scientifico, con uno sviluppo dell’autocritica e della responsabilità personale. Conseguentemente il pool di ragazzi coinvolti ha dimostrato un incremento notevole nella motivazione, nell’autostima, nella capacità di pianificazione, di previsione e di calcolo analitico, con una passione animata da immaginazione, creatività, pazienza e tenacia sempre nel rispetto delle regole e dell’avversario. Questi risultati dovrebbero renderci evidente quanto l’intelligenza nei ragazzi possa venir allenata e aumentata anche con un semplice gioco.

L’anno prossimo Palermo sarà Capitale Italiana della Cultura, avete qualche progetto speciale in cantiere?

Per il 2018 speriamo di riuscire ad organizzare qualche bella manifestazione, c’è la possibilità di poterci fare assegnare il Campionato Studentesco Nazionale, dove vedremo coinvolti circa mille giocatori, con un movimento di due o tremila persone, presso il Villaggio Città del Mare. Inoltre ci sarà anche il Torneo Città di Palermo, dove tradizionalmente si gioca per le festività dei primi novembre, torneo che quest’anno sarà ospitato nella sede prestigiosa di una bellissima villa sul mare di Addaura, nota scogliera vicino a Mondello, in uno dei luoghi più pittoreschi del nostro mare, e ci auguriamo che per l’anno prossimo la sede sia ancora più importante. Recentemente abbiamo avuto l’onore di organizzare i nostri tornei in una delle piazze più belle del centro storico di Palermo, piazza Politeama, dove abbiamo creato una scacchiera gigante e vorremo ripetere questa iniziativa anche nel prossimo anno, in primavera o in estate, per contribuire alla scoperta di Palermo, quale città capitale della cultura siciliana e di tutto il Mediterraneo.

 

Mascia Maluta
Inviata Speciale
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