Forza Italia: «la Sinistra crede che la Resistenza sia “cosa sua”»
17 Gennaio 2008
Torino – «Oggi la maggioranza ha dimostrato fino in fondo la propria arroganza e disattenzione nei confronti dei problemi degli enti locali piemontesi, soprattutto i piccoli
Comuni», così Angelo Burzi e Mariangela Cotto, rispettivamente capogruppo di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio regionale, commentano la decisione del centrosinistra di
respingere l’ordine del giorno di cui Cotto era prima firmataria, per salvaguardare la collaborazione tra i Comuni minacciata dalla finanziaria, votando un ordine del giorno limitato agli
Istituti Storici della Resistenza.
Il problema nasce dalla legge finanziaria 2008 che impone, entro il 31 marzo prossimo, ai Comuni l’adesione a un’unica forma associativa, a eccezione della gestione dei rifiuti e del servizio
idrico, stabilendo che dopo quella data «ogni atto adottato dall’associazione tra Comuni è nullo ed è, altresì, nullo ogni atto attinente all’adesione o allo
svolgimento di essa da parte dell’amministrazione comunale».
«Una norma assurda – spiegano Cotto e Burzi – che, con il pretesto di tagliare i costi della politica, in realtà va ad aumentarli, perché impedendo la collaborazione tra
Comuni fa lievitare le spese per i servizi pubblici. Se c’è poi una Regione in cui questa norma creerebbe un vero disastro, questa è il Piemonte, dove la metà dei Comuni ha
meno di mille abitanti. Come possono svolgere compiti complessi in ambito assistenziale o culturale, come è ora richiesto ai Comuni? Per questo si avvalgono di consorzi assistenziali,
per avere a disposizione un’assistente sociale, per gestire la biblioteca o la polizia urbana. In questi anni, poi, la Regione ha sostenuto con contributi appositi tutte le forme associative,
come ad esempio le Unioni dei Comuni. Applicare questa norma significherebbe tornare indietro di dieci anni nella collaborazione tra Comuni, che si è fatta spazio superando gli storici
campanilismi del passato».
Perciò gli esponenti azzurri si aspettavano che «la maggioranza desse un voto favorevole, e in questo modo si sarebbero tutelati anche i consorzi per gli Istituti Storici della
Resistenza. Invece, il Pd è andato al traino della sinistra estrema, e ha voluto approvare un documento che si occupa soltanto degli Istituti Storici. A favore dei quali, peraltro,
avevamo garantito il nostro appoggio, perché la Resistenza è un patrimonio comune, in cui ci riconosciamo. Ma la sinistra ha voluto, in modo caparbio, troncare ogni convergenza
bipartisan, per affermare il principio che la Resistenza è «cosa loro». Come se le culture liberale e cattolica, non avessero contribuito con le formazioni Gl, con Edgardo
Sogno, con Dante Livio Bianco, con il cap. Cosa alla libertà e alla democrazia di tutti».