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Finanziaria 2008: un testo da 1.787 emendamenti

By Redazione

Roma – Sono 1787 gli emendamenti della Finanziaria 2008 e l’Unione ha battuto l’opposizione con 982 proposte di modifica (che includono 39 emendamenti presentati dal Governo e 44 dal
relatore di maggioranza) rispetto alle 805 presentate dalla Cdl.

Nella maggioranza è l’Ulivo a piazzarsi al primo posto con 261 richieste di modifica, seguito dalle 126 delle autonomie e dalle 125 del Misto-Idv, mentre nella Cdl il primato spetta alla
Lega Nord (con 238 emendamenti), seguita dall’Udc (con 207) e da An (con 204).
Il relatore Giovanni Legnini ha ribadito che serve una “drastica riduzione” degli emendamenti e che, per questo motivo, è stata indetta una riunione della maggioranza alle 17 di questo
pomeriggio in cui si cercherà di diminuire il numero delle proposte di modifica. Legnini, comunque, ha sottolineato che “il numero è molto inferiore rispetto agli anni scorsi,
è pari a circa un terzo”: “Apprezziamo lo sforzo”, ha osservato il relatore rivolgendosi all’opposizione.
Gli emendamenti presentati dal Pdc, Prc, Verdi e Sd sono complessivamente 90 e riguardano i “temi caldi”, quali la lotta ai costi della politica, la diminuzione della pressione fiscale per i
lavoratori dipendenti, la stabilizzazione dei precari, la riduzione delle tasse per i lavoratori, la reintroduzione del credito d’imposta al Sud, l’armonizzazione delle rendite finanziarie al
20%, altri sgravi sul fronte dei mutui e l’introduzione di nuovi strumenti di controllo dei prezzi dei prodotti alimentari.

Sul tema degli enti locali e dei derivati, maggioranza ed opposizione presenteranno insieme una proposta di modifica ed il sottosegretario all’economia, Mario Lettieri, ha ribadito che “il
governo segue con attenzione il problema dei derivati degli enti locali ed un tema complesso come complessi sono gli strumenti finanziari”.
La proposta bipartisan dovrebbe essere firmata da Legnini e Bonfrisco e prevede che il ministero dell’economia debba dare un’autorizzazione preventiva alle operazioni che richiedono l’uso degli
strumenti derivati: “La nostra proposta – ha spiegato Legnini – punta ad attribuire a un organismo di controllo la valutazione della rischiosità dei prodotti proposti agli enti locali” e
non è stato ancora deciso se presentarla “al decreto legge collegato, in aula, o alla Finanziaria”.
“Si tratta di una materia delicata che dobbiamo approfondire – ha concluso Legnini – ma sono consapevole che si può e si deve andare oltre, affinché i soggetti coinvolti si
assumano le responsabilità”.

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