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FederFauna lancia un appello ai Parlamentari: Rivedete la Legge 189

FederFauna lancia un appello ai Parlamentari: Rivedete la Legge 189

By Redazione

Una delle principali accuse mosse da FederFauna agli animalisti, è quella di avere un concetto ideologico e non tecnico del benessere animale: l’essere, per esempio, contrari
all’allevamento quando, invece, è proprio l’allevamento a garantire la conservazione di molte specie; l’essere contrari alla caccia quando, invece, è spesso l’unica forma di
gestione del patrimonio fauna selvatica che, con il miglior rapporto costi benefici, consenta di bilanciare quantità e qualità delle popolazioni animali a seconda dell’habitat che
le ospita; l’essere contrari a qualsiasi forma di economia legata agli animali, definita appunto “sfruttamento” da loro, quando, invece, è proprio dando un valore economico alle cose, che
chiunque ne ha più cura (lo si fa anche con gli esseri umani! Chi non ha oggi un’assicurazione sulla vita? Allora, perché scandalizzarsi se si da un valore economico a un
animale?).

Ed è questa visione puramente ideologica, la madre anche di altri atteggiamenti animalisti, che FederFauna avversa. Tra que sti, potremmo citare, per esempio, che per certi animalisti, il
viaggio di un cane di razza su un furgone attrezzato di un commerciante da Budapest a Roma, sia “un viaggio allucinante” ma, un viaggio di un randagio da una perrera di Madrid o da un canile di
Bucarest fino a Roma, o dalla Sicilia a Milano in un trasportino caricato su un’auto, diventi “un’opera di carità”.

Lo stesso vale per la diffusione di malattie: per certi animalisti, un cucciolo ungherese potrebbe portare la rabbia ma non è un problema “staffettare” dal sud al nord randagi affetti da
leishmaniosi. E potremmo continuare così per molto tempo ancora ed annoverare numerosi altri esempi di questo tipo. Una delle conseguenze più tragiche di questa ideologia
però, in primis per gli animali tra l’altro, è rappresentata dai sequestri. Ce ne sono stati tantissimi dopo la promulgazione della famigerata legge 189 del 2004 sul maltrattamento
animale.

Perché?
Perché la legge 189, secondo FederFauna, è una delle più chiare espressioni dell’animalismo ideologico: è la legge che delinea il reato di maltrattamento,
condizionandolo alla “detenzione incompatibile con la natura degli animali”, senza prima aver definito quale sia quella “compatibile”!…

Ecco che, con questi presupposti, è sufficiente che chi effettua i controlli sia predisposto in prima persona, o talvolta solo psicologicamente pressato, a ritenere che per un animale non
sia “naturale” l’ essere selezionato, venduto, esposto o utilizzato in determinate attività umane, perché i reali requisiti tecnici delle strutture detentive e tutto quanto possa
essere oggettivamente delineato in centimetri o chilogrammi, passino in secondo piano.

Per di più, la 189 è la legge che consente che la stessa figura ricopra il ruolo di chi denuncia il “maltrattamento”, il ruolo di ausiliario di PG dura nte il sequestro e anche il
ruolo di affidatario degli animali sequestrati. Pur non volendo accusare nessuno, qualche dubbio sul “conflitto di interesse” non può non venire!… Soprattutto alla luce degli svariati
casi di animali esotici, cani, gatti, uccelli, rettili, ecc., sequestrati per presunti maltrattamenti e poi, una volta giunti alla conclusione del procedimento e appurato che di maltrattamenti
non si trattava, non restituiti in ugual numero e condizioni perché in parte morti o dispersi!…

A tal proposito, oltre alle denunce e alle inchieste già aperte su questo tipo di situazioni, è interessante notare come recentemente, sul sito di Big Hunter, un’utente che voleva
far notare quante spese dovesse sostenere un’associazione animalista, abbia incluso tra queste: “i sequestri di migliaia di animali e sotici che bisogna mantenere e riuscire a piazzare”.

Cosa avrà inteso con quel “piazzare”?
FederFauna, in un momento in cui il dibattito sugli animali è sempre più spesso protagonista, oltre che delle cronache, anche delle attività parlamentari, auspica dal
Parlamento un attento esame dei fatti, non delle opinioni vendute come tali da qualcuno, e una conseguente attività tesa a garantire la tutela “oggettiva” delle esigenze sanitarie,
ambientali e di benessere degli animali ma anche la tutela delle esigenze economiche, sanitarie, sociali e culturali dell’uomo.

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