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Farina macinata a pietra nel mulino ad acqua del XIV secolo, ora come allora

Farina macinata a pietra nel mulino ad acqua del XIV secolo, ora come allora

By Tiziana

La farina del mulino Scodellino, 100% naturale, macinata a pietra senza aggiunta di enzimi o agenti chimici, prodotta in edizione limitata nello storico mulino Scodellino di Castel Bolognese vicino a Faenza.

Mulino Scodellino è un antico mulino del XIV secolo che sfrutta la forza della corrente del fiume Senio per azionare la sua macina a pietra, un gioiello immerso nel verde luogo simbolo di storia che racconta la bellezza della lentezza nel lavorare il grano, in totale armonia con la natura.

Il recupero e la messa in produzione di Mulino Scodellino è un progetto realizzato in collaborazione con Molino Naldoni che da sempre ha come obiettivo la produzione di farine totalmente naturali e fortemente legate al territorio.

La data di costruzione di questo importante edificio risale al XIV secolo, e già da tempo è stato posto sotto tutela  dal Ministero per i Beni Architettonici ed Ambientali, Soprintendenza di Ravenna.

Esso giunge fino a noi con tutto il suo retaggio di storia e di cognizioni tecniche che non devono andare perdute. Per le macchine che ancora vi sono conservate, possiamo dire che costituisce un rilevante esempio di “archeologia industriale”. Inoltre, esso, ci è particolarmente caro perché essendo praticamente coevo alla fondazione del” Castrum bononiense” fa parte della nostra storia e delle nostre radici castellane.
Dunque, per quanto riguarda l’origine del Mulino, sappiamo dai documenti che il 1° dicembre 1392 il Senato di Bologna decretò con solenne deliberazione l’edificazione delle moline di Castel Bolognese, e che dal 1393 al 1396 si attese alla costruzione della Diga Steccaia ed alla escavazione del Canale, che provvedeva in primo luogo a dar acqua alle fosse per la difesa del neonato Castello, e solo in seguito ad alimentare le ruote dei mulini.
Il nostro Mulino fu quindi probabilmente costruito sul finire del 1300, pochi anni dopo la fondazione del Castello.
Per quanto riguarda l’impianto di macinazione, esso si è mantenuto pressoché invariato dal 1400 fino ai primi decenni del 1900. Consisteva in due palmenti per la macinazione dei cereali, ognuno dei quali era azionato da una ruota idraulica chiamata “ritrecine”.
Naturalmente, nei macchinari, c’è stata un’inevitabile evoluzione nel tempo per migliorarne il rendimento: nel 1935 le vecchie ruote idrauliche furono abbandonate per essere sostituite da una più efficiente turbina tipo Francis che comportò la modifica del movimento del banco macine con coppie coniche di ingranaggi e l’introduzione di un buratto a forza centrifuga per separare il “fior di farina” dalla crusca e dal cruschello.

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