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Eurochocolate 2010, il turno di Messico e Venezuela

Eurochocolate 2010, il turno di Messico e Venezuela

By Redazione

A Perugia sono andati in scena in scena i piccoli ma buoni. Durante Eurochocolate 2010, salgono in prima fila i piccoli produttori, che tentano di conquistare il loro posto al sole puntando
sulla specificità del loro lavoro.

Ad esempio il Messico e le sue piantagioni del Chiapas, che ha attirato curiosi ed addetti ai lavori con le cabosse fresche raccolte a luglio, con dentro le fave di cacao ancora avvolte dalla
mucillagine: scrigni grossi come palle da rugby, da cui nasce un pregiato cioccolato fondente.

Romeo de la Piedra, della segreteria per lo Sviluppo rurale dello Stato del Chiapas, tesse le lodi della sua merce: ” Nel nostro Paese la produzione è di circa 6.000 tonnellate l’anno, e
il 90% è della qualità ‘trinitario. Il prezzo quest’anno, per la raccolta di luglio, che è stata scarsa a causa delle piogge, è stato di circa 50 pesos messicani al
chilogrammo, cioè circa 4 dollari. Speriamo che il raccolto di dicembre sia più abbondante”.

Tuttavia, l’ottimismo non è diffuso. Basta spostarsi di qualche metro ed ascoltare Jorge Ausencio Aguilar Reya, direttore commerciale della Cafsa, azienda che si dedica ai prodotti
biologici. Spiega Reya, che sovrintende allo stand della cultura Maya: “Lo scriva che negli ultimi cinque anni si sono persi circa 20.000 ettari di piccoli appezzamenti coltivati a cacao dai
campesinos, a favore di piantagioni intensive di altro genere, come il mais. Si perde una meraviglia della natura che contribuisce alla biodiversità e un modo per tenere in vita le
popolazioni di quelle zone”.

Le vicende del Messico contribuiscono a spiegare le politiche del Venezuela, dove il presidente Chavez ha iniziato un progetto di naturalizzazione e salvaguardia del cacao nazionale.

Sul tema, ecco l’opinione di Edgar Ernesto Gonzales, addetto culturale dell’ambasciata del Venezuela a Roma: “Questa gente ha accumulato 500 anni di esperienza nel cacao, e ora il nostro
progetto sarà per niente schiavista ma liberatore”.

Gonzales si riferisce agli indigeni della penisola Chuao, dove viene prodotto l’omonimo cacao secondo tradizioni nate nel periodo coloniale. Proprio il cacao venezuelano è la materia
prima di una fabbrica di Barlovento (nelle Canarie, Spagna) dove si produce il cosiddetto “fondente di Chavez”.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

LINK al sito di Eurochocolate

Matteo Clerici

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