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Esportazioni Made in Italy, boom dell’agroalimentare

Esportazioni Made in Italy, boom dell’agroalimentare

By Redazione

Se la crisi colpisce il tipico italiano della tavola non si ferma, anzi rilancia. Nel 2011 il made in Italy agroalimentare ha segnato un record, superando la soglia dei 30 miliardi delle
esportazioni, battendo un altro mostro sacro, il settore automobilistico, fermo a “solo” 25 miliardi.

A descrivere la situazione è Coldiretti, che si appoggia alle rilevazioni Istat.

In generale, spiega il presidente Coldiretti Sergio Marini, il risultato prova come “Il Paese può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori,
l’identità, la cultura e il cibo” in quanto “L’agroalimentare è una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo”.

Osservando poi il lavoro Istat, spicca l’effetto locomotiva dei latticini. In prima fila così i classici grana e parmigiano reggiano (+21%), seguiti dal gorgonzola (+13%) e dal
pecorino, +8% dopo un periodo di calo.

Tra gli altri alimenti, altri mostri sacri come il vino (+12%), olio d’oliva (+9%) e pasta (+8%). Molto bene anche la frutta (+22%), mentre unico dato negativo dagli ortaggi (-8%),
penalizzati dalla psicosi da batterio killer, nata nel Nord Europa ma poi estesa a tutto il Continente.

Poi, l’analisi delle destinazioni. Rimanendo sul territorio europeo (+6% d’incremento medio), il podio è composto da Francia (+9%), Germania (+5%) e Regno Unito (+3%). Ogni Paese
ha poi il suo italiano preferito: ecco che la Gran Bretagna ama la birra (+19%), mentre la Francia sceglie il formaggio (+20%).

Tuttavia, la vera opportunità arriva dai Paesi in via di sviluppo: questi fanno segnare un +10% di export generale, con punte come la situazione cinese, dove il vino segna un +25%.

Matteo Clerici

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