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Donne e istituzioni, Lombardia all'avanguardia

By Redazione

Milano, 9 Ottobre 2007 – «Sarà il Consiglio a decidere come dovrà essere il nuovo Statuto di Regione Lombardia; da parte mia cercherò di contribuire per fare
in modo che esso sia uno Statuto snello; uno Statuto di principi, con un forte contenuto paritario. E le norme di antidiscriminazione tra uomini e donne fanno parte dei principi
fondamentali».

Lo ha affermato dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, intervenendo alla presentazione della ricerca dell’IReR «Donne e istituzioni tra potere e rappresentanza politica»,
promossa dalla Regione e dall’IReR stesso, per contribuire al dibattito in corso sulla definizione del nuovo Statuto della Lombardia.

«Ciò che mi auguro, e per cui mi impegnerò, è che il nuovo Statuto preveda non solo la partecipazione delle donne alla società ma sancisca anche la
libertà delle donne stesse di scegliere il proprio impegno, sia quello sul lavoro che nella famiglia».
Nella prospettiva di conciliare questi due ambiti il presidente Formigoni ha ricordato che la Regione ha in progetto di introdurre il «voucher di conciliazione», per «favorire
pienamente le differenti esigenze della famiglia nei periodi di transizione legati alla nascita e ai primissimi anni di vita dei figli.
Il voucher, che garantisce la libertà di scelta tra lavoro e cura dei figli, permette l’accesso a una pluralità di servizi (baby sitter, micronidi, nidi famiglia, nidi aziendali)
o, alternativamente, permette l’integrazione del reddito delle famiglie in caso di abbandono del lavoro da parte di uno dei due genitori».

Il presidente Formigoni ha poi ricordato i tanti primati della Regione anche in questo settore. Negli uffici della Regione, ad esempio, la presenza delle donne è molto forte sia da un
punto di vista della quantità che della qualità: sono, infatti, circa il 62% del totale (2.052 contro 1.281 uomini) e questo dato è il più alto di tutta
Italia.
In Lombardia, poi, con un tasso di occupazione femminile del 59,4% (a fronte di un dato nazionale del 40%) è stato centrato con tre anni di anticipo l’obiettivo fissato a Lisbona
dall’Unione Europea che prevede di raggiungere un tasso di occupazione del 60% entro il 2010. Anche la percentuale delle dirigenti donne è praticamente triplicata, passando dal 4,5% del
1992 al 12%; è quasi raddoppiata anche quella dei «quadri rosa» che è passata dal 12% del 1994 al 20,8% del 2005.

«Siamo molto avanti con il lavoro – ha aggiunto il presidente – ma possiamo fare ancora meglio perché la donna è una risorsa sia da un punto di vista lavorativo che
famigliare e soprattutto per il contributo molto positivo che può dare all’evoluzione della società. Ciò nonostante il loro valore non è sempre colto in misura
sufficiente, il che è anche un problema culturale».
Formigoni ha anche ricordato che la stessa vice presidente della Giunta regionale è donna (Viviana Beccalossi), così come il sindaco di Milano (Letizia Moratti), la presidente del
Tribunale di Milano (Livia Pomodoro), e il segretario del maggior sindacato lombardo (Susanna Camusso).

I risultati della ricerca IReR sono stati illustrati da Marilisa D’Amico, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università Statale di Milano. Dalla ricerca emerge, tra l’altro, che,
per quanto riguarda le norme antidiscriminatorie contenute negli statuti delle Province e dei Comuni, la Lombardia è una realtà all’avanguardia.
L’82% delle Province e il 90% dei Comuni capoluogo infatti hanno istituito una delega per le Pari Opportunità e il 72,7% delle Province e il 60% dei Comuni capoluogo hanno attivato un
organismo di parità.
«Dire però che per effetto di queste norme la situazione sia rosea è, però, dire cosa troppo generosa», ha commentato il presidente della Commissione speciale
per lo Statuto, Giuseppe Adamoli.

La ricerca IReR, alla luce dei dati emersi, traccia anche una ipotesi per il futuro legislatore statutario che si può riassumere nella formula «occorrono principi, clausole
antidiscriminatorie e un organismo terzo, una sorta di Authority delle Pari Opportunità».
Antonella Maiolo, sottosegretario alla Presidenza della Regione per i Diritti dei Cittadini e le Pari Opportunità, ha avanzato al presidente della Commissione Statuto due proposte:
impegnarsi per realizzare leggi, programmi, iniziative e azioni positive che permettano di superare ogni discriminazione e sottorappresentanza per ambedue i generi e stabilire condizioni di
parità di accesso alle liste elettorali a donne e uomini, ai sensi delle norme costituzionali in materia, chiedendo che il voto in Consiglio regionale su queste norme sia palese.

Al convegno hanno partecipato anche l’on. Mariastella Gelmini, firmataria di un progetto di legge sull’Authority garante della parità», Marco Cipriano, vice presidente del
Consiglio regionale e il ministro per le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini.
«Mi auguro, da lombarda – ha detto il ministro – che il nuovo Statuto della Regione sia il più avanzato d’Italia, anche su questi argomenti. Mi auguro anche che sullo Statuto, che
stabilirà i principi fondamentali, ci sia la convergenza dei due schieramenti perché le regole bisogna scriverle insieme».

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