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Crollo della gomma arabica, a rischio Coca-Cola e Pepsi

Crollo della gomma arabica, a rischio Coca-Cola e Pepsi

By Redazione

I problemi, climatici e non, di uno Stato africano mettono a dura prova la produzione di due delle bevande più famose nel mondo.

Il Sudan è il maggiore coltivatore di Acacia Senegal, albero da cui si ricava la gomma arabica. A riguardo, il Sudan detiene due primati: quello della quantità (suo è il
50% della produzione mondiale) e della qualità.

Forse più importante, la gomma arabica è fondamentale nel processo per ottenere Coca-Cola e Pepsi: senza di essa, i dolcificanti precipiterebbero sul fondo e la bevanda sarebbe
trasparente.

Di recente, le coltivazioni di Acacia hanno subito un netto calo, motivato da diversi fattori.

Il primo, il riscaldamento globale, che ha tra l’altro favorito una moltiplicazione delle cavallette, pericolose per la vegetazione.

E poi, i problemi politici. Da anni, il Sudan è preda di una grave instabilità politica, con il presidente Omar al Bashir è ricercato da Tribunale penale internazionale per
il genocidio del Darfur.

Proprio la caccia ad al Bashir ha portato in evidenza quella che il “Washington Post” ha definito “Soda pop diplomacy”, con
specifico riferimento agli USA. Nel loro ruolo di gendarme internazionale, gli Stati Uniti cercando di colpire al Bashir tramite embargo commerciale che però non interessa il settore
principale d’esportazione: quello della gomma arabica, appunto.

La gomma arabica ha diversi impieghi: vino, caramelle, confetti, marshmallows, yogurt, e poi colori, vernici, prodotti estetici. Ma, sostiene il Post, il punto cruciale è la sua
necessità per la produzione di Coca-Cola e Pepsi.

Non a caso, nel 2007, l’ambasciatore Sudanese minacciò di bloccare le esportazioni di gomma arabica, agitando davanti ai giornalisti una bottiglia di Coca-Cola. D’altronde, l’amore per
la bevanda si è rivelato più importante della famosa “guerra al terrore” contro i fondamentalisti islamici. Dopo l’11 settembre, l’intelligence americana scoprì come parte
del ricavato della vendita della gomma arabica veniva usata per finanziare le azioni di Al-Qaeda. Il fatto destò una certa impressione: Frank Wolf, senatore repubblicano, arrivò a
dire come “Ogni volta compriamo una bibita gassata di marca americana, contribuiamo ad arricchire le casse di Bin Laden”.

Niente da fare: Coca e Pepsi continuarono ad essere commercializzate, la gomma arabica al loro interno.

Insomma, nonostante catastrofi naturali e politiche, sembra che la gomma arabica non abbia intenzione di sparire.

Matteo Clerici

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