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Crisi idrica Romagna

By Redazione

Bologna, 19 ottobre 2007 – Negli ultimi giorni il prelievo di acqua dalla Diga di Ridracoli si è ridotto, attestandosi a quota 63 mila metri cubi al giorno, complici la riduzione
della pressione nelle conduttore già attuata dai gestori dalla fine di settembre, l’abbassamento delle temperature che ha contributi a ridurre la domanda, ma, anche la realizzazione e
l’operatività di alcune delle opere infrastrutturali previste dal secondo Piano di interventi urgenti approvato il 24 settembre con decreto del Presidente della Regione Errani. Si tratta
tra l’altro, dell’interconnesione dell’acquedotto di Cesena, di quella di Covignano e dei lavori realizzati a Torre Pedrera.

In questo quadro il Comitato Istituzionale riunitosi oggi a Bologna per fare il punto sull’emergenza idrica della Romagna, anche sulla scorta del parere del Comitato tecnico, non ha ritenuto
necessario adottare nell’immediato misure di riduzione dell’erogazione dell’acqua nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla protezione
civile e difesa del suolo Marioluigi Bruschini che presiede il Comitato stesso. «La situazione – ha detto Bruschini – resta tuttavia complessa e richiede un monitoraggio attento e
costante». Per questo Bruschini ha deciso di convocare il Comitato in seduta permanente e di fissare già per lunedì 29 ottobre il prossimo incontro a Bologna. «In
quella riunione – ha detto – valuteremo, sulla base dell’evolvere della situazione, se e quali provvedimenti adottare».
Bruschini ha anche annunciato che la Regione chiederà al Governo la proroga dello stato di emergenza dichiarata lo scorso mese di luglio e che verrà lanciata una campagna di
comunicazione «perché i cittadini siano informati e coinvolti. L’acqua è un bene limitato ed è responsabilità di ciascuno di noi contribuire al
risparmio».

Nell’incontro odierno si è anche deciso di fissare a quota 4 milioni di metri cubi il volume minimo dell’invaso di Ridracoli, che nella giornata odierna, alle ore 9, era di 5 milioni 607
mila metri cubi. Il livello minimo raggiunto risale al 1994 quando venne toccata quota 4 milioni 814 mila metri cubi. Secondo i dati forniti da Romagna Acque l’acquedotto della Romagna nei
primi 9 mesi del 2007 ha erogato 33 milioni 660 mila metri cubi di acqua contro i 47 milioni 260 mila messi in rete nello stesso periodo del 2006.

Il Piano di interventi urgenti e immediatamente cantierabili varato per fronteggiare la crisi idrica dalla Regione prevede interventi di connessione tra acquedotti, adeguamento di pozzi,
impianti di potabilizzazione. Sono previsti tra l’altro 4 potabilizzatori mobili di cui due a Cesena in località Macerone e un terzo a Faenza, per il prelievo delle acque superficiali
del Canale Emiliano-Ronmagnolo, e un quarto per l’impiego integrativo delle acque ricavate dal ripristino di un pozzo per l’acquedotto di Faenza.
Tutti gli interventi previsti saranno conclusi tra la fine di ottobre e la metà di novembre e dovrebbero permettere di superare l’attuale fase emergenziale.

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