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CORONAVIRUS, 7 GIORNI DI VERITA’ – Ursula batte Christine… fierezza italiana
14 Marzo 2020
By Giuseppe
14 marzo 2020
CORONAVIRUS, 7 GIORNI DI VERITA’
Ursula batte Christine: 4 a 0, almeno oggi!
Italia come esempio, come monito!
MA VEDIAMO I LATI POSITIVI
Il coronavirus in Italia ha concesso tempo organizzativo a tutta Europa
Se poi Donald e Boris hanno buttato questo tempo… ora devono correre ai ripari: le perdite umane non sono MAI un costo a priori da dover pagare!
Ecco anche tutte le positività del coronavirus, dopo averlo sconfitto e dopo il ripristino delle perdite economiche
Niente allarmismi, la giusta paura che fa riflettere e fa alzare le antenne, ma trattasi di una forma di nuove “guerricciole” da terzo millennio. Non più armi vere, ma armi indirette, subdole, striscianti, infingarde. Per questo l’Italia invece di essere “presa in giro”, caricaturata, ironicamente con tanto cattivo gusto, andava imitata senza perdere oramai 20 giorni fondamentali, che stando alla durata di incubazione di 5-7 giorni – attenzione – vogliono dire 3-4 giri di contagio: 1 infetto sintomatico sono diventati 20.
Quindi quarantena assoluta. E’ dal 22 febbraio che sono a casa, esco solo per farmacia e spesa alimentare. Il coronavirus nom si sconfigge con Decreti e con 70 articoli di legge, ma solo non dando occasione di contagio finchè non ci sarà un antidoto, medicine, vaccino. E quando arriverà sarà già superato? Attenzione le malattie virali cambiano da sole, mutano naturalmente, e questo lo sappiamo dal multitasting della influenza comune. da qui anche il termine social: influencer!
In ogni caso, mediando fra varie opinioni di espertissimi, estendere il numero dei tamponi aiuterebbe a rallentare il contagio, e l’Italia – unico paese al mondo dopo Cina e Corea del sud – ha fatto più tamponi di tutti gli altri.
Seguire le linee guida Oms su una infezione non nota è come usare l’ombrello in una tormenta di neve: bisogna percorrere tutte-tutte le strade possibili. Gratis 30.000 tamponi e più a 30 euro per ogni tampone: perché solo sui sintomatici acclarati? Ci vogliono, ci volevano da subito, misure drastiche.
Il primo articolo giornalistico pubblicato su coronavirus risale a novembre 2019, il primo segnale forte in Italia è del 24 gennaio 2020: qualche virologo e infettologo parlava di malattia grave perché non conosciuta e molto variabile e adattabile. Tutto questo sia d’esempio ai paesi europei.
Seppur con ritardi, lentamente, misure troppo soft finalmente Ursula von del Leyen ha tappato la bocca a Christine Lagarde, calcisticamente si può dire che le ha dato “cappotto” oppure ha messo sul tavolo verde UE un poker mica da ridere.
Italia come (1) partner autorevole, di Italia che fa parte alla (2) pari di tutti dell’Europa, che l’esempio dell’Italia deve (3) servire a tutti, che l’Italia sarà la prima ad essere (4) aiutata con i 37 mld/euro messi sul tavolo
Ursula von del Leyen
Ursula von del Leyen
Ursula Gertrud von der Leyen, nata Albrecht, è una politica tedesca, membro della CDU e Presidente della Commissione Europea dal 1º dicembre 2019. (vedi )
(1) Italia è partner autorevole dell’EU
(2) Italia fa parte alla pari di tutti dell’Europa
(3) Italia esempio per tutti
(4) Italia sarà la prima ad essere aiutata con i 37 mld/euro messi sul tavolo.
E addirittura non ha parlato Gentiloni, ma Dombrowski (vice-presidente dellaCommissione europea dal 2014 e primo ministro della Lettonia), il che è tutto dire!
Per questo che un forte sospetto nasce dalle parole, molto chiare anche se poi ha fatto tanta retromarcia, della Lagarde: qui prodestquesta posizione rigida, molto trumpiana, quando anche la Merkel ha subito condiviso le necessità dell’Italia?
La Lagarde lavora da sola o per qualcuno fuori dall’Europa con lo stipendio della BCE?
Infine grande attesa per i due DPCM del Bis-Conte: uno sulla sanità e salute degli italiani e uno sul “tamponamento” e recupero della economia nazionale congelata, bloccata. Non entro nel merito del dettaglio – l’ho già scritto punto per punto – ma intendo ribadire l’importanza di due cose:
semplificazione degli interventi perché un decreto di 200 pagine non aiuta nessuno se non come al solito i cavilli burocratici e i bastoni in mezzo alle ruote che, con la ripresa della Giustizia, daranno adito a migliaia di cause e ulteriori intasamenti. Secondo sarebbe importante che venissero usati in questo frangente tutti gli strumenti fiscali e tributari terziari e indiretti piuttosto che elargizioni assistenziali attraverso l’attivazione del modello “sostituto d’imposta” svolto direttamente e unicamente dallo Stato tramite propri strumenti operativi come l’Agenzia Entrate.
E’ lo Stato che deve farsi carico di “non chiedere” al cittadino per un tempo determinato, il cittadino ha già i suoi gravi problemi: meglio condonare, non far spendere, non far fare carte e bolli, ma rimandare incassi e introiti di tutte le strutture statali, comprese Inps, Inail e ridurre drasticamente ancora il cuneo fiscali in busta paga.
Veniamo alle positività del coronavirus, o meglio a tutte quelle cose e fatti che una situazione così drastica e strategica ci dovrebbe insegnare. Dico ci dovrebbe perché anche noi italiani, come abbiamo visto in Usa e in UK, fino a pochi giorni fa abbiamo giocato a calcetto, fatto cene con amici, serate al bar, struscio nelle piazze e nelle strade di Foggia, Napoli, Roma e pic-nic nei pachi cittadini di Bari, Lecce, Pesaro.
Innanzitutto sarebbe opportuno che, finito il periodo di clausura e di ripresa iniziale della economia, qualche misura drastica rimanesse o insegnasse qualcosa: il virus è molto democratico, colpisce tutti e ovunque, quindi perché non rivedere un “uso” delle città, ztl ampie, più servizi pubblici efficienti, più vigili e polizia in strada, meno assembramenti e bar sempre aperti, centro commerciali megagalattici, ressa nei supermercati con carrelli stracolmi, file notturne fuori dai negozi Apple, frasi e comportamenti deleteri sui social, alimentazione più controllata, meno spreco di terra e di cibo, costi più bassi dei mezzi pubblici e tutti elettrici, divieti di parcheggi auto nei centri storici, tutti i consiglieri comunali e i dipendenti pubblici a piedi in ufficio per dare esempio, correre meno e vivere più lentamente tutti i fatti giornalieri, più biciclette (ma controllo che non le rubino), giustizia forte e decisa contro gli speculatori sempre (mascherine da 2 euro a 98 euro) anche sul prezzo dei pomodori.
Non pensiamo alla Borsa e ai nostri soldi: oggi ci sono, domani non più forse ritornano dopodomani, ci saranno più in là! Invece mattiamo davanti a tutto, sia i 30enni che i 70enni, una “scelta” di stile di vita: qualche fiore in più ai balconi, qualche visita in più ai nonni e ai genitori, qualche paio di scarpe e una borsa in meno, meno kiwi e più mele e pere, meno papaia e mango e più pomodori, riso, piselli, fave.
Eppoi c’è anche la questione igienico-sanitaria che dovrebbe farci riflettere, compreso anche i vertici delle USL nazionali che un solo ospedale per città e ogni 200.000 abitanti è poco, che la sanità del terzo millennio deve essere accentrata sui servizi alle persone malate e al tipo di malattia-degenza-durata e non alla scelta clinica-medicale che standardizza tutto e regolarmente l’ovvietà e non sa reagire a fatti nuovi o a nuove manifestazioni patologiche: un trapianto di organo è diverso da un attacco virale e non possono condividere il reparto di rianimazione o di cura intensiva.
Meglio piccoli ospedali sparsi efficienti. Abbiamo scoperto lo smart-working: scoperta da cavernicoli: ma è evidente che questo comporta anche contatti diversi, rapporti datoriali nuovi, controlli operativi e gestionali, logistica e organizzazione dei lavori, produttività e parametri meritocratici, sviluppo di modelli di autovalutazione e autodichiarazione: siamo pronti o saremmo sempre il paese dei furbetti del cartellino e della seggiolina in ufficio senza che nessuno ci dia una mossa!
Forse a novembre-dicembre avremo anche una impennata delle nascite e questo potrebbe anche voler dire ridefinire il nucleo famigliare, allargato dove possibile, con genitori e nonni “ospiti” delle case dei figli lontani dal paese d’origine, oppure figli che restano, autonomamente separati, in casa con i genitori e i nonni. Si tornerebbe a vivere in case da 300 mq e non da 27 mq! Tutto un altro modo di vivere, non credete?
Riflettiamoci, riflettiamo in modo tale che anche il governo, in questo caso il Bis-Conte, già nei prossimo DPCM inserisca qualcosa di utile come un 5.0 per tutti, più tecnologia, più autodeterminazione con sanzioni e penalità per chi sgarra, più vigili per strada.
Infine, Greta o non Greta, ci dà proprio così tanto fastidio vedere la CO2 scesa vorticosamente e stabile a 3-6 ug invece che 60-70 ug, idem per le particelle di nitrati o le PM10 calata di 20-30 volte in neanche 5-6 giorni?
Meditate italiani sia anziani che giovani: noi anziani dobbiamo fare di tutto per lasciare un mondo migliore ma anche i giovani non devono rincorrere chimere, paranoie, arrivismo, social, web, instagram a tutti i costi. un po’ sì per lavoro e per semplificazione e miglioramento della vita, non per perdere tempo.
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