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Consumi: in GB a tavola vince il Made in Italy «falso»

By Redazione

E’ significativo e preoccupante il fatto che il piatto preferito dagli inglesi siano gli spaghetti alla bolognese che sono il più classico esempio di falso Made in Italy nel mondo,
è quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia che il piatto preferito degli inglesi sono diventati gli «Spaghetti Bolognese» di cui in Inghilterra ne esiste una
versione venduta anche in lattina mentre sono completamente sconosciuti nella città emiliana.

Si tratta di un abbinamento che, sebbene spopoli in tutto il mondo, in Italia è possibile trovare solo in alcuni locali acchiappa- turisti ma che in Inghilterra sta risultando vittorioso
rispetto al «fish and chips» o ad una leccornia tradizionale come il «roast beef». Non deve ingannare – sottolinea la Coldiretti – che delle 700mila persone monitorate
dal sito http://www.tourchlocal.com ben il 13 per cento ha cercato su internet il ristorante italiano più vicino a casa propria, contro l’11,6 per cento che si e’ servito della Rete per cenare
in un posto dove servono indiano con il curry che per anni è stato il condimento nazionale degli inglesi. Si tratta infatti troppo spesso locali dove – precisa la Coldiretti – sono
offerti falsi prodotti Made in italy che nulla hanno a che fare con la realtà produttiva tricolore.

Non è un caso che proprio in Inghilterra sono addirittura in vendita «wine kit» fai da te per ottenere in soli in 28 giorni a casa la produzione di vini come il Chianti, il
Barolo, il Valpolicella, l’Amarone, il Frascati e il Verdicchio per le quali sono fornite addirittura le etichette da applicare sulle bottiglie. Secondo uno studio della Coldiretti le
esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy potrebbero quadruplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche
di immagine. All’estero sono falsi più tre prodotti alimentari «italiani» su quattro, con le esportazioni dall’Italia che raggiungono il valore di 16,7 miliardi di euro e
rappresentano appena un terzo del mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari Made in Italy che vale oltre 50 miliardi di euro.

La pirateria agroalimentare internazionale – denuncia la Coldiretti – utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per
prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale: dai formaggi ai salumi, dal caffè ai biscotti, dall’olio di oliva ai condimenti, dalla pasta ai vini. Il
rischio reale – conclude la Coldiretti – è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le
specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.

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