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Coldiretti: Prezzi, trasporto costa più del cibo, al via farmers market

By Redazione

 

Con i carburanti si impennano i costi dei trasporti degli alimenti che arrivano a pesare anche più del cibo in sé, soprattutto per quelli importati da lunghe distanze con
mezzi inquinanti. E’ quanto afferma la Coldiretti che ha inaugurato a Milano il primo farmers market metropolitano Made in Italy con l’offerta esclusiva di prodotti locali nel
sottolineare che è possibile far risparmiare fino a 5 miliardi nella spesa alimentare degli italiani con il dimezzamento dei trasporti di cibi e bevande attraverso una maggiore
presenza di prodotti locali e di stagione nei mercati, sugli scaffali, nella ristorazione e nelle mense.

I farmers market – spiega la Coldiretti – sono i mercati esclusivi degli agricoltori che si distinguono dai normali mercati perchè a vendere sono solo gli agricoltori che offrono
prodotti locali e di stagione (non si trovano ad esempio gli ananas che non sono coltivati in Italia) che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi di trasporto costosi e
inquinanti prima di giungere in tavola. Negli Usa a distanza di vent’anni dall’apertura dal primo farmers market di Union Square, i mercati degli agricoltori hanno invaso l’intera
città di New York e se ne contano ormai una cinquantina in tutti i principali quartieri della grande mela da Manhattan al Bronx, dal Queens a Brooklyn fino allo Staten Island. Il
fenomeno ha conquistato gli Stati Uniti, da costa a costa e si è verificato un aumento del 53 per cento negli ultimi dieci anni con ben 4.385 farmers market presenti in tutte le
principali città come New York, Los Angeles o San Francisco. Esperienze di successo sono presenti anche in Paesi Europei, dalla Francia all’Inghilterra.

L’apertura del farmers market di Milano in via Ripamonti 37 rientra nel progetto della Coldiretti di realizzare almeno un farmers market per ogni comune italiano per combattere il caro
prezzi dal campo alla tavola con la vendita diretta e senza intermediazioni dei prodotti alimentari. Si tratta di un impegno che – prosegue la Coldiretti – può arrivare a coprire
fino al 15 per cento della spesa agroalimentare con un importante effetto sul mercato anche grazie al decreto (Gazzetta Ufficiale n.301 del 29 dicembre 2007) entrato in vigore nel 2008
che rende possibile in tutti i Comuni di avviare mercati gestiti dagli agricoltori localizzati anche in zone centrali e con frequenza giornaliera, settimanale o mensile a seconda delle
esigenze locali.

Nel piazzale interno del Consorzio Agrario di Milano e Lodi in via Ripamonti 37 a Milano, tutti i mercoledì dalle 9,30 alle 13, chiunque potrà acquistare direttamente dai
banchi dei produttori del territorio latte fresco appena munto, formaggi tipici, grana padano, raspadüra lodigiana, formaggi di capra, ma anche ortaggi, marmellate, lumache,
insaccati di produzione nostrana ed altri prodotti. Ai consumatori – sottolinea la Coldiretti – è stato regalato il “calendario della spesa di stagione” dove vengono indicati i
principali tipi di frutta e verdura coltivati nel nord Italia e i periodi migliori in cui acquistarli per guadagnare in qualità e risparmio.

I farmers market fanno bene alle tasche e all’ambiente. In Italia – sottolinea la Coldiretti – l’86 per cento delle merci viaggia su strada ed è stato stimato che un pasto medio
percorre più di 1.900 chilometri su camion, nave e/o aeroplano prima di arrivare sulla tavola e spesso ci vogliono più calorie in termini energetici per portare gli
alimenti al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali. L’impatto ambientale è enorme se si considera che per importare un chilo di frutta dal Cile
con mezzi aerei si emettono 22 chili di gas ad effetto serra e si consumano 7,1 chili di petrolio. Sui prodotti locali non pesano i costi della logistica che incidono in media un quarto
del fatturato delle imprese agroalimentari, ma arrivano al 30 -35 per cento per l’ortofrutta fresca dove in alcuni casi si spende di più per i trasporti che per il prodotto in
sè. L’esperienza dimostra peraltro – conclude la Coldiretti – che l’apertura dei mercati degli agricoltori favorisce un contenimento dei prezzi per effetto della riduzione
delle intermediazioni, del maggior consumo di prodotti locali che non bruciano petrolio per lunghi trasporti e per una piu’ generale funzione calmieratrice nell’area in cui nascono.

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