Clonazione, Coldiretti Firenze pronta ad una nuova mobilitazione
16 Gennaio 2008
Firenze – Il no è secco, perentorio mentre sullo sfondo si agitano già le bandiere gialle, quelle con la spiga e la vanga che contraddistinguono Coldiretti che hanno
già invaso Bologna in estate, e Brescia recentemente in difesa del latte e degli allevatori, se la carne clonata di mucche e maiali (escluse per il momento altri animali come pecore e
capre), assieme a formaggio e latte, e chissà, forse in futuro anche di tutti i derivati come yogurt e burro, dovessero arrivare sulle tavole degli italiani.
Coldiretti Firenze, assieme alle altre federazioni provinciali, da Siena, passando per Lucca fino a Massa Carrara, è «pronta ad una forte mobilitazione per impedire che arrivi
sulle tavole una allucinante realtà di cui né le imprese, nè i consumatori toscani avvertono certamente il bisogno» In Mugello, ed in generale nella provincia di
Firenze, patria della «ciccia» e della fiorentina, la preoccupazione è molta come fa notare Roberto Nocentini, Presidente Provinciale Coldiretti e tra i più stimati
allevatori del Mugello della razza limousine con oltre 500 capi dopo la pubblicazione del progetto di parere dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che sostiene che non
ci sono differenze in termini di sicurezza per questi alimenti che presentano componenti nutrizionali nella normalità rispetto a quelli ottenuti dagli altri animali, dando un sostanziale
via libera alla vendita di latte e carne provenienti da maiali e mucche clonate e dalla loro progenie. Negli Stati Uniti è già successo: si può vendere latte e carne
provenienti da animali clonati.
«E’ la fine – commenta – per i nostri territori, per gli allevatori, per la nostra tradizione, e per il fascino che questa regione ha per il semplice fatto di essere la capitale della
bistecca. Se passa il progetto, e mi auguro come allevatore che si riguardino dall’aprire a politiche di omologazione del genere, anche i nostri territori si svaluteranno perché la
fiorentina la troveremo qui come in Olanda, e vice versa».
Ma dietro ai rischi per la salute ci sono anche problemi legati a tutto quel mondo di razze recuperate dopo anni di lavoro e di investimenti da parte degli agricoltori e delle Istituzioni.
«Non c’è più valore se passa quel progetto e non ci sarà nemmeno più amore per chi fa l’allevatore e viene da una lunga tradizione familiare. Si rischia
l’impoverimento genetico delle razze e la svalutazione di anni di storia e di mestieri. Il nostro è un no senza ma e senza se».
Intanto Coldiretti si è già mossa. Sul progetto di parere formulato l’Efsa l’organizzazione agricola ha lanciato una consultazione pubblica che si concluderà il 25 febbraio
per arrivare alla pubblicazione di un parere definitivo a maggio e per rispondere così, alla Commissione europea che nell’aprile 2007 «ha chiesto di valutare sotto il profilo
scientifico la sicurezza alimentare e al Gruppo europeo sull’etica di aggiornare il loro parere sulla tecnica della clonazione che si prepara a uscire dai confini della semplice ricerca».