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Clima: la natura impazzita fa cambiare i consumi a tavola

By Redazione

“Per la prima volta nelle campagne romane si raccolgono con quasi due mesi di anticipo le fave che arrivano normalmente solo il primo maggio, mentre la Calabria è diventata addirittura
la regione più piovosa d’Italia con lo storico sorpasso del Friuli Venezia Giulia, considerato per la sua posizione orogeografica la doccia d’Italia. E’ quanto ha afferma Stefano Masini
responsabile Ambiente della Coldiretti in occasione della presentazione del monitoraggio effettuato con la Mappa della Primavera , il progetto realizzato da Federparchi, Legambiente e
Coldiretti con la collaborazione scientifica dell’ Università degli studi di Roma “la Sapienza”, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
La mappa della primavera, con gli anticipi di dieci giorni verificati nella fioritura dell’ erica arborea nel Parco regionale dei Nebrodi e della ginestra nella Riserva naturale di Monte Mario
, ha confermato sul piano scientifico cambiamenti – ha sottolineato la Coldiretti – di grande attualità per i consumatori e per le imprese agricole. Sui banchi dei mercati – ha riferito
la Coldiretti – è oggi possibile trovare una varietà di offerta Made in Italy come mai nel passato: dai piselli ai carciofi a tutte le insalate a pieno campo, dalle lattughe alle
scarole fino alle indivie, ma anche grandi quantità di cavolfiori, broccoli, asparagi, finocchi e pomodori.
Un anticipo e un allungamento dei cicli produttivi che non si era mai verificato in passato, con un crollo dei listini alla produzione mentre sui banchi di vendita i prezzi non hanno subito
variazioni di rilievo. L’aumento delle temperature e il cambiamento della distribuzione della pioggia sta provocando – precisa la Coldiretti – la migrazione dei prodotti tipici dalle tavole
italiane, mentre l’innalzamento del livello del mare porta alla scomparsa di intere spiagge con conseguenze incalcolabili per il turismo. Si tratta di un processo che è in realtà
in fase avanzata in Italia dove un terzo del territorio è a rischio desertificazione e – precisa la Coldiretti – si sta verificando un significativo spostamento della zona di
coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi, le prime arachidi che sono state raccolte nella Pianura Padana dove si coltivano
già adesso grandi quantità di pomodoro e di grano duro per la pasta. Se cresce nelle campagne l’attenzione per tecniche agronomiche (colture, irrigazione, ecc.) sostenibili per il
clima, nelle imprese – ha sottolineato Masini – si cominciano  anche  a cogliere le opportunità con lo sviluppo di energie alternative e con l’offerta di prodotti locali a
chilometri zero (che non devono subire lunghi trasporto con il consumo di carburante e l’emissione di gas ad effetto serra) per rispondere alla domanda di un segmento crescente di consumatori
che scelgono stili di vita attenti anche nell’alimentazione al risparmio energetico e alla salvaguardia del clima.
Secondo le stime della Coldiretti consumando prodotti di stagione una famiglia può risparmiare fino a una tonnellata di anidride carbonica (CO2) all’anno, tenuto conto che per
trasportare a Roma un chilo di ciliegie dall’Argentina in aereo per una distanza di 12mila km si consumano 5,4 kg di petrolio mentre per un kg di pesche dal Sudafrica nel viaggio di 8mila
chilometri si bruciano 4,35 kg di petrolio e infine gli arrivi di ogni kg di uva dal Cile richiedono la combustione di 5,8 kg di petrolio.

http://www.coldiretti.it

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