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Circoncisione rituale, Burzi (FI): «non è una esigenza sanitaria»

By Redazione

Torino – La circoncisione rituale non può essere pagata con i fondi del servizio sanitario regionale, «lo ribadisce una sentenza della Cassazione, l’avevamo fatto
già rilevare alla Giunta, ma non ha neppure risposto alla nostra interpellanza».

Così Angelo Burzi, capogruppo di Forza Italia in Regione interviene a seguito della notizia che da lunedì prossimo riprenderanno le attività relative alla circoncisione
rituale al Regina Margherita di Torino.

«Nel marzo 2006 la Giunta regionale aveva approvato la sperimentazione finalizzata alla circoncisione rituale prevedendo uno stanziamento pari a 120.000 euro – dice Burzi – una somma di
denaro che, essendo esclusa dalle prestazioni del servizio sanitario nazionale, è stata posta in carico a fondi propri della Regione. L’artificio di definire la circoncisione
«sperimentale» doveva appunto servire a superare il divieto di pagarla con soldi pubblici. Ma dopo la sentenza delle Cassazione del maggio 2007 voler reiterare questi interventi
significa impiegare consapevolmente e indebitamente fondi regionali per usi non autorizzati».

Burzi ha dunque sollecitato formalmente la Giunta a rispondere alla sua interpellanza di dieci mesi fa, avvertendo che in caso contrario «siamo pronti a segnalare alla Corte di Conti
l’indebito utilizzo di risorse del fondo sanitario regionale, per attività che non attengono a problemi di carattere sanitario, ma che obbediscono a esigenze e rituali religiosi.
Rispettiamo queste usanze, ma non possiamo accettare che siano finanziate con fondi pubblici, quando esistono ancora tante necessità insoddisfatte proprio per la carenza di
risorse».

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