Numerosi studi scientifici attestano le proprietà salutistiche del cioccolato amaro, specialmente come “amico” del cuore e della pressione sanguigna.
Proprietà che insieme al gusto ne hanno fatto un beniamino dei consumatori, in maniera sempre più evidente: la sua quota è salita dal 8% al 18% dagli anni Ottanta ad oggi.
Ora però il BfR (Bundesinstitut für Risikobewertung, l’Istituto federale di valutazione dei rischi) tedesco avvisa: mangiare troppo cioccolato amaro comporta l’assunzione di cadmio,
tra l’altro potenzialmente nocivo per i reni.
Secondo il documento, le qualità più pregiate del “cibo degli dei” arrivano da Ecuador, Messico e Papua-Guinea: tutte zone dove il metallo in questione e presente nel terreno.
Sul problema si è anche espressa l’agenzia UE per la sicurezza alimentare (EFSA), sottolineando come la quota “tollerabile” di cadmio non deve superare i 2,5 microgrammi per chilo di
peso alla settimana.
In altre parole, i consumatori adulti e “moderati” sono potenzialmente immuni al problema. Molto più a rischio i bambini, più leggeri e più golosi: gli studiosi fanno
infatti notare come un ragazzino di venti chili fa presto a superare il limite -tanto più che sono proprio i piccoli a mangiare più cioccolata.
LINK al documento del BfR
Matteo Clerici