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Cibo, università ed esperti contro lo spreco alimentare

Cibo, università ed esperti contro lo spreco alimentare

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Un gruppo di detective contro lo spreco alimentare. Loro compito, attraversare l’Italia ed aiutare le famiglie italiane a tavola. A metterli in campo, le Università di Bologna, Udine e della Tuscia aiutati dal Ministero dell’Ambiente, con la campagna “Spreco Zero”.

I dai di partenza non erano incoraggianti: in media, ogni famiglia italiana spreca 100 grammi di cibo, a scuola 120 grammi per alunno.

Così, il primo passo delle squadre di detective è stato fare il giro delle case, compilando un diario quotidiano, con dati e cifre. E’ emerso come, ad esempio, l’alimento più sprecato è il latte. A seguire, frutta e verdura. Il cibo non consumato variava anche secondo altri parametri.

Claudia Giordano, una ricercatrice del Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari, è una delle esperte coinvolte nell’iniziativa. In base ai suoi dati, “Lo spreco totale risulta più alto nelle famiglie numerose e con bambini. I single invece sono quelli che hanno lo spreco più alto pro-capite. I più spreconi, se così li possiamo chiamare, sono i giovani sotto i 35 anni e i professionisti, perché spesso non tornano a casa all’ora di pranzo e buttano via quello che avevano messo in frigo. Le verifiche fatte nelle case hanno smentito un luogo comune: non è vero che spreca di più chi al supermarket si fa catturare dalle offerte o chi fa la grande spesa una volta alla settimana”.

Fattore comune, il tempo: chi passa ore in ufficio, e pranza a mensa o fuori, non consuma quasi mai pienamente il cibo acquistato.

Dopo single e famiglie, le mense. Una squadra dell’Università di Bologna, diretta da Matteo Boschini, ha esaminato le mense di tre regioni. Ha così notato “L’impegno dei ragazzi che hanno preso a cuore la necessità di ridurre gli sprechi. Qualcuno di loro ha rischiato di finire dentro la pattumiera piena di gnocchi pur di recuperare una foglia di verdura che poteva ancora essere mangiata. È un buon segnale per il futuro”.

Matteo Clerici

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