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Cia: Acqua, dall'emergenza ad una nuova politica sostenibile delle risorse idriche

By Redazione

Il presidente della Cia Giuseppe Politi al Forum dell’Anbi indica le priorità per garantire un uso razionale di un bene sempre più prezioso. Il contributo
responsabile dell’agricoltura. Nuovi sistemi di irrigazione, sviluppo della ricerca e delle tecnologie.

Istituire un’Autorità unica delle acque; modernizzare la rete idrica; rinnovare e modernizzare il sistema dei Consorzi di bonifica; promuovere la ricerca sulle tecniche di
irrigazione, sulle pratiche agronomiche e su nuove varietà adatte alla scarsità d’acqua. Sono queste alcune delle priorità elencate oggi dal presidente
della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi nel corso del Forum promosso a Roma dall’Anbi (Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari).

“I mutamenti climatici in atto e la scarsa attenzione all’uso razionale delle risorse idriche disponibili -ha affermato Politi- determinano situazioni di diffusa emergenza in tema di scarsa
disponibilità di acqua ad uso irriguo. Per questo motivo evidenziamo l’esigenza di una gestione innovativa delle risorse idriche a livello amministrativo, di investimenti aziendali
nei nuovi sistemi di irrigazione, di sostegno alla ricerca per la diffusione di coltivazioni agricole meno idroesigenti. Insomma, bisogna uscire dalle logica di emergenza, per avviare organiche
politiche di natura strutturale”.

“L’Autorità unica -ha rimarcato il presidente della Cia- deve avere come obiettivi principali quelli di superare l’attuale frammentazione decisionale, di promuovere accordi tra i
diversi soggetti, di controllare e sanzionare le violazioni, di governare l’equa ripartizione delle risorse idriche per l’uso irriguo, dopo aver soddisfatto il consumo umano, come afferma la
legge.

“L’agricoltura intende così fare -ha detto- la propria parte, sostenendo che servono una programmazione dell’impiego dell’acqua, il coordinamento dell’uso con gli altri settori,
l’ottimizzazione dell’utilizzo idrico e politiche di ambito e di bacino”.

Ridurre la vulnerabilità delle risorse idriche e lavorare nelle strategie di adattamenti nel settore agricolo significa -ha sostenuto Politi- razionalizzare, integrare e rendere
efficienti i diversi usi dell’acqua, cioè quelli che interessano l’agricoltura, l’industria, l’energia e la popolazione e questo richiede il contributo del più ampio
arco di forze”.

“Il Piano irriguo è stato rifinanziato, i Piani di sviluppo rurale sono stati approvati, ora occorre concentrarsi -ha sottolineato il presidente della Cia- sulle
priorità e sulle realizzazioni più urgenti: modernizzare la rete, realizzare strutturare per l’accumulo di acqua, piccoli e medi invasi per usi plurimi, avviare l’uso
di risorse idriche non convenzionali, controllare gli emungimenti abusivi, diffusione di nuove tecniche di irrigazione, investimenti per il risparmio idrico, predisporre nuove
opportunità assicurative”.

Per quello che concerne i Consorzi di bonifica, Politi ha rilevato l’esigenza di in un’azione riformatrice che li collochi “in una logica di governo del territorio, in quanto autonomie
funzionali e come strumenti di autogoverno degli agricoltori”.

“La mission dei Consorzi di bonifica -ha concluso il presidente della Cia- dovrebbe concentrarsi sull’irrigazione, la gestione del ciclo integrale dell’acqua, la sicurezza idraulica, la difesa
del suolo , quindi, il presidio del territori”

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