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Cattiva digestione, causa diffusa di stress ed ansia

Cattiva digestione, causa diffusa di stress ed ansia

By Redazione

Bruciore allo stomaco, mal di petto, gonfiori e dolori: la cattiva digestione è un problema diffuso nelle società occidentali, dove la combinazione tra disponibilità
economica e cattivi stili di vita rende il disturbo diffuso. Ma spesso, il fisico è solo un aspetto della questione.

A tentare di chiarire le cose, esperti e studiosi internazionali, riuniti a Chicago per la Digestive Disease Week.

Per i ricercatori, i numeri sono chiari: in Europa e negli USA, la cattiva digestione interessa almeno 2 persone su 10, “Epidemia della società del benessere che spesso è abbinata
a sovrappeso, obesità e stress”, come la definisce il dottor Michele Cicala del Campus Biomedico di Roma.

Essenzialmente, spiega Cicala, a livello fisico il problema presenta due aspetti: una difficoltà dello stomaco a svuotarsi o la presenza di disturbo gastroesofageo.

Vi è però una notevole componente psicologica: “I disturbi sono strettamente legati ad ansia e stress. Questo tipo di disturbo cronico, infatti, genera ansia. Si temono brutte
figure, si ha paura di non trovare il bagno quando serve, o si pensa di avere una malattia grave, come un tumore o un attacco cardiaco. Questa tensione, a sua volta, aumenta la percezione del
dolore”.

La situazione peggiore è per le donne, svantaggiate biologicamente: “Le donne sono più colpite, forse anche perché il tubo digestivo femminile è più ricco di
recettori, e dunque più sensibile. Nel caso delle complicanze da reflusso, invece, gli uomini sono predominanti: il rapporto è di tre a uno”.

Ma, qualunque sia il sesso del malato, alla lunga la cattiva digestione ha “Un impatto enorme sulla qualità della vita e sulla produttività: i pazienti, infatti, di rado riposano
bene, e al mattino la loro performance è ridotta”.

Tuttavia, Cicala mette in chiaro come la disperazione sia fuori luogo: esistono sistemi e possibilità di prevenzione, diagnosi e cura.

Per cominciare, si possono attuare semplici misure per il benessere. Ad esempio, favorire la digestione evitando di assumere “Cioccolato, menta e nicotina che inibiscono lo sfintere esofageo e
favoriscono il reflusso. Mentre chi ha problemi di acidità dovrebbe fare attenzione ai pomodori: sono più acidi di arance o limoni”.

Sono poi validi gli strumenti di diagnosi: “Pensiamo alla pH-impedenzometria e alla manometria ad alta risoluzione, due metodiche protagoniste di numerose sessioni del congresso americano,
utili per identificare i casi di reflusso. La diagnosi di dispepsia, invece, è ancora oggi piuttosto difficoltosa, perché molto dipende dalla percezione del singolo paziente: per
alcuni l’aria nella pancia, da sola, è causa di notevole dolore”.

Infine, le terapie farmacologiche. Lo studioso italiano ammette come siano disponibili vari medicinali, ed altri siano in fase di sperimentazione. Tuttavia, conclude Cicala, sono prodotti da
assumere sotto prescrizione e controllo medico.

Matteo Clerici

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