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Carni equine in crisi: che fare?

Carni equine in crisi: che fare?

By Giuseppe

Convegno Fiesa-Assomacellai su “Carni equine, fra tradizione sostenibilità e salute”

di Maurizio Ceccaioni
Il 25 settembre, presso l’Istituto Tecnico Agrario Don Bosco di Lombriasco (To), Fiesa – Assomacellai in collaborazione con il Gruppo italiano carni equine e Confesercenti Torino, a convegno sul tema dell’uso alimentare della carne equina

carne-equinaSe non fossero bastati fisco, burocrazia e concorrenza dei supermercati, a mettere in crisi il settore della vendita al dettaglio della carne, ci si sono messe anche le mode alimentari. Ma in primis, pare che sia la riduzione del potere d’acquisto a pesare molto sulla spesa quotidiana, con molte famiglie che sono tornate a “segnare” in negozio, come da bambino vedevo fare a mio padre, macellaio da generazioni, che scriveva su un quaderno nome e spesa fatta dal cliente e che, se andava bene, veniva saldata a fine mese.
La crisi del settore carni dura ormai da diversi anni e tocca in particolare i negozi di vicinato. Anche quest’anno, secondo la Fisa (Federazione Italiana Esercenti Settore Alimentare) aderente a Confesercenti, l’1,3% delle macellerie gestite da italiani ha chiuso, bilanciato da quelle aperte da stranieri, che vendono prodotti a forte valenza culturale, nei territori dove si sono radicate le loro comunità. Imprese straniere che secondo i dati di Assomacellai, sono cresciute del 5,5% in un solo anno.

cavallo«Delle 29mila imprese addette alla vendita di prodotti della filiera della carne italiana, – dice Mario Rossoni, presidente del Gruppo italiano carni equine –  ormai circa il 7% delle macellerie sono gestite da stranieri».
Nonostante questo, in linea con la crescita dell’economia italiana, rispetto agli anni 80 oggi si consuma quasi il triplo di carne, tra bovina, suina, avicunicola, ovi caprina ed equina. «Complessivamente circa 78 kg di carne pro capite all’anno arrivano sulle tavole degli italiani e rappresenta il 24% della spesa per alimenti delle famiglie», precisa Vittorio Carpegna, del gruppo di presidenza di Fiesa – Assomacellai.

Di questa, circa l’1,5% riguarda la carne di cavallo. Una spesa di circa mezzo miliardo di euro, per questo particolare prodotto della nostra secolare cultura gastronomica, utilizzato un po’ in tutte le regioni, ma in particolare in Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Puglia.
Al Convegno, Fiesa Assomacellai, in collaborazione con il Gruppo italiano carni equine e Confesercenti Torino, farà il punto sul comparto della carne equina, con un convegno presso l’Istituto Tecnico Agrario Don Bosco, in via San Giovanni Bosco 7, a Lombriasco (To). Parteciperanno operatori del settore carni, parlamentari, dirigenti sanitari, rappresentanti dei consumatori e del mondo dell’economia.
Durante la prevista tavola rotonda, si parlerà di controllo sulla filiera, dell’impegno per la tutela dell’ambiente e del rispetto del benessere animale, della storia e delle nostre tradizioni gastronomiche basate sulla carne equina, prodotto che per i nutrizionisti offre basilari caratteristiche nutrizionali e organolettiche.

Maurizio Ceccaioni
Newsfood.com

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