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Caffè, perché difende da tumori e malattie

Caffè, perché difende da tumori e malattie

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Lo afferma una ricerca dell’Università di Catania, Harvard e Cambridge, diretta dal dottor Giuseppe Grosso e pubblicata su “Annual Review of Nutrition”.

Gli scienziati si sono attivati con l’obbiettivo di verificare se il consumo costante di caffè sia positivo o negativo.

Per questo hanno condotto una revisione su 112 studi osservazionali. Alla fine, i dati hanno mostrato diversi dati positivi ed un possibile pericolo. Il caffè era infatti associato ad un ridotto rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore: seno, colon-retto, colon, endometrio e prostata, con una riduzione del rischio del 2 – 20%. La bevanda era utile anche nel caso di malattie cardiovascolari (-5%).

Tuttavia, a dover stare attente dall’ingerire alte quantità di caffeina, sono le donne in gravidanza, che rischierebbero l’aborto più della media, in quanto i feti non hanno alcuni enzimi necessari alla metabolizzazione della caffeina.

E poi, la quantità. Anche se gli studi esaminati si basavano su diversi livelli di caffeina, Grosso e compagni hanno notato come gli effetti benefici maggiori si fossero verificato con 380-475 milligrammi di caffeina, circa due tazze grandi di caffè Starbucks.

Questa non è una buona notizia perché, come spiega il dottor Grosso al Washington Post, “Per il 99,9% degli italiani, il caffè è espresso e qualsiasi altra cosa è acqua sporca”. Il tipico caffè italianao contiene infatti 50-75 mg di caffeina, e quindi il consumatore non ne ottiene abbastanza per ottenere i benefici.

Passando poi ai perché, Grosso e compagni ritengono che i benefici arrivino da alcune sostanze fitochimiche: contenute nel caffè, hanno proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie.

Dato che tutte le malattie legate agli caffè iniziano con un’infiammazione di basso livello, gli agenti chimici anti-infiammatori che circolano nel corpo potrebbero agire, calmando lo stato infiammatorio. Inoltre,caffeina e altri prodotti fitochimici hanno effetti specifici sugli enzimi che regolano la funzionalità epatica, il metabolismo dell’insulina e del glucosio e la riparazione del DNA, così da contrastare le malattie sopra citate.

Matteo Clerici

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