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Autentica pizza di Bari: la Puglia lancia il suo marchio a km 0

Autentica pizza di Bari: la Puglia lancia il suo marchio a km 0

By Redazione

Chi ha detto che la grande pizza italiana deve venire solo da Napoli? Bari lancia il guanto di sfida all’altra città del sud, con la Puglia pronta ad accogliere la prima pizza DOP ed a
chilometro zero.

A proporre ricetta è metodo l’associazione L.u.c.a. (Libera unione commercianti Apulia), il cui presidente ricorda come “Sono anni che lavoriamo per identificare il nostro prodotto, ed
ora siamo arrivati alla sua certificazione. Cominciamo con la registrazione del marchio con il nome autentica pizza pugliese”.

Invece, controlli di qualità e certificazione saranno compito della Samer, l’azienda della Camera di commercio.

Il presidente Margiotta espone così la situazione: “Abbiamo approvato nel corso dell’ultima giunta il disciplinare che fissa nero su bianco le regole che bisogna rispettare per poter
ottenere la certificazione. Non stiamo parlando del marchio DOP, perché in quel caso ci vogliono anni. Adesso partiamo con questa dicitura “autentica pizza barese” e per luglio ci
saranno già i primi locali con il nuovo marchio”.

Attualmente, due sono i modelli proposti: la pizza marzolina, con farina, sale, pelato pugliese, mozzarella, olio, pomodori Regina di Polignano, ricotta marzotica di Conversano e rucola
selvatica pugliese. E poi, la pizza barese, con farina, sale, pelato pugliese, mozzarella, olio.

Tutti gli ingredienti devono venire dal territorio pugliese, in modo da stimolare l’economia locale promuovendo il piatto finito tanto quanto i singoli elementi. Riguardo la pizza, il suo
diametro non deve superare i 35 centimetri e lo spessore non deve andare oltre 0,2 centimetri.

Tale precisione copre tutte le fasi della preparazione, dall’impasto alla lievitazione, all’applicazione del condimento alle tecniche di cottura. Secondo il disciplinare di Samer e Camera di
Commercio, “Il pizzaiolo infornerà la pizza adagiandola su di una pala di alluminio o legno. La pizza avrà una cottura uniforme su tutta la circonferenza. La temperatura non deve
superare i 370 gradi centigradi per un tempo di cottura di 60, 90 secondi”.

La Samer ha inoltre programmato incontri mensili, che si svolgeranno nei locali degli aderenti e controlleranno il rispetto del regolamento. In caso di infrazioni, si perde la
possibilità di esporre il marchio e di partecipare agli eventi, presto promossi in città.

Proprio l’aspetto promozionale è stato materia per l’assessore al Commercio, Franco Albore. Secondo Albore, quello in corso “È un progetto valido, che abbiamo sostenuto anche per
creare una maggiore sinergia con la categoria. Speriamo sia il primo passo per la creazione della vera e propria pizza “DOP” barese, garantita dalla qualità dei prodotti locali”.

A gettare acqua sul fuoco, soprattutto per non esasperare il conflitto con Napoli, è il sindaco di Bari, Michele Emiliano.

Secondo Emiliano, “Non abbiamo assolutamente nulla contro gli altri tipi di pizza: questa non è una gara di campanile e quindi rispettiamo assolutamente la pizza napoletana. Vogliamo
solo promuovere il marchio barese, differente da quello campano perché la nostra pizza è molto sottile. Siamo pronti quindi a promuovere iniziative e manifestazioni, a partire da
questa estate, proprio per fare conoscere ai baresi qual è la pizza della nostra terra”.

Il Primo Cittadino e la sua giunta hanno stanziato 600.000 per la prima serie d’iniziative promozionali: a farsi avanti, 300 pizzaioli locali.

NOTA: l’immagine dell’articolo è presa da giornaledipuglia.com

Matteo Clerici

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