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Allevamenti, Cia: la suinicoltura “made in Italy” a rischio tracollo

Allevamenti, Cia: la suinicoltura “made in Italy” a rischio tracollo

By Redazione

Gli allevatori di suini scendono sul piede di guerra per salvare le loro imprese da una crisi che, giorno dopo giorno, diventa sempre più drammatica. Domani, 16 aprile, la protesta
avrà il primo tangibile effetto. Su iniziativa della Cia-Confederazione italiana agricoltori, della Confagricoltura, dell’Unapross e delle associazioni dei produttori (Aps Piemonte,
Asser, Assosuini, Assocom, Opas), a Reggio Emilia, in concomitanza con l’inaugurazione della Fiera internazionale suinicola, a partire dalle ore 9.00, si terrà una manifestazione a
sostegno del settore e per sollecitare iniziative realmente concrete.

I produttori suinicoli sono, infatti, stanchi delle promesse e delle tante parole che sono rimaste tali. Chiedono una maggiore attenzione e soprattutto misure incisive che permettano alle
imprese di superare l’attuale difficile crisi che rischia di travolgere tante importanti realtà produttive del nostro Paese. “Fino ad oggi -sostengono i promotori della manifestazione di
Reggio Emilia- non sono state ancora concretamente avviate gran parte delle iniziative concordate al Tavolo di filiera della scorsa estate”. E viene sottolineata, quindi, la necessità
dell’immediata predisposizione di un Piano strategico di settore, mediante azioni mirate a sostegno di un comparto “da troppo tempo in gravi difficoltà economiche” e con costi sempre
più onerosi.

D’altra parte, l’allevamento suino italiano -affermano Cia, Confagricoltura, Unapross e le associazioni dei produttori- è sempre più stretto in una diabolica morsa: da un lato “la
non adeguata attenzione della pubblica amministrazione” e, dall’altro, “l’insostenibile pressione esercitata dalle strutture industriali e dalle piattaforme commerciali”. Un settore, dunque,
che è a rischio di “un drastico ed inaccettabile ridimensionamento”, pur racchiudendo in sé numerose eccellenze produttive che sono il qualificante “biglietto da visita” del “made
in Italy” nel mondo. Un allarmante ridimensionamento che si risolverebbe “ad esclusivo beneficio delle sempre più invadenti produzioni realizzate con materia prima d’importazione”.

Nella manifestazione di domani a Reggio Emilia, gli allevatori denunceranno la totale mancanza di politiche attente nei confronti del settore e chiederanno un cambiamento di rotta. “Occorrono
-viene ribadito- iniziative nuove e propulsive in grado di dare in tempi ristretti risposte valide alle esigenze e alle aspettative dei produttori”.

I promotori dell’iniziativa alla Fiera di Reggio Emilia sollecitano, in particolare, la predisposizione di un progetto di salvaguardia del settore, in cui tutte le componenti in esso coinvolte
(dalla pubblica amministrazione alle singole imprese ) si devono far carico, ciascuno per la propria competenza, per dare un valido sostegno agli allevatori, che non possono continuare ad
operare in contesto sempre più complesso, carico di insormontabili problemi e con costi divenuti insostenibili.

Tra le richieste che verranno sollecitate domani nel corso della manifestazione reggiana, ci sono la realizzazione di iniziative di sostegno al reddito delle imprese (ivi compreso la
ristrutturazione del debito), la revisione, la semplificazione e l’uniformità di applicazione della normativa ambientale, a partire da quella dei nitrati, e l’immediata valorizzazione
della produzione della carne suina italiana Gsp (Gran Suino Padano) a partire dal decreto salumi e dalla tracciabilità.

Cia, Confagricoltura, Unapross e le associazioni dei produttori chiedono anche la piena funzionalità della rilevazione dei prezzi, a partire della Commissione unica nazionale, un impegno
sostanziale allo sviluppo del settore suinicolo e più in generale della filiera tipica mediante l’attivazione di risorse dedicate all’interno del Piano di sviluppo nazionale e del Piano
di sviluppo rurale e dei contratti di filiera. Infine, sostegno alla promozione all’estero degli animali, carni e dei prodotti di salumeria a marchio Dop (Denominazione di origine protetta) e
Gsp.

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