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Agropirateria, Coldiretti: «50 mld il falso da battere con il territorio»

By Redazione

Affinché non si allarghi la voragine degli oltre 50 miliardi di euro persi dal Made in Italy agroalimentare per colpa dell’agropirateria internazionale occorre legare i prodotti al
territorio con la rintracciabilità e l’etichettatura trasparente, è quanto ha affermato la Coldiretti che alla Campionaria di Milano ha messo a confronto le peggiori imitazioni
del Made in Italy alimentare scovate nei diversi continenti con il lavoro delle migliori storie di giovani che hanno scelto di fare impresa nelle campagne e con i frutti, offerti in
degustazione, del “progetto a km zero” per favorire il consumo di alimenti locali che non devono essere trasportati per lunghe distanze, non inquinano, risparmiano energia e difendono
l’ambiente e il clima.

Se l’ex vicepresidente Usa Alan Gore ha stimato che un pasto medio percorre più di 1.900 km per camion, nave e/o aeroplano prima di arrivare sulla tavola, la Coldiretti intende sostenere
con il progetto “chilometri zero” il consumo di cibi a stretto legame territoriale per assicurare la freschezza degli alimenti, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di gas a
effetto serra per la salvaguardia del clima. Secondo uno studio della Coldiretti, consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può
risparmiare fino a 1000 chili di anidride carbonica (CO2) l’anno poiché ad esempio per trasportare a Roma un chilo di ciliegie dall’Argentina in aereo per una distanza di 12mila km si
liberano 16,2 kg di CO2 , mentre per un kg di pesche dal Sudafrica nel viaggio di 8mila chilometri si emettono 13,2 kg di CO2 e, infine, gli arrivi di ogni kg di uva dal Cile producono 17,4 kg
di CO2. La preferenza accordata agli alimenti locali è anche una opportunità per conoscere e sostenere il grande patrimonio di creatività e innovazione presente
nell’agroalimentare nazionale come hanno dimostrato le imprese vincitrici del concorso nazionale “OSCAR GREEN”, promosso dai giovani della Coldiretti tra le centomila imprese agricole condotte
da giovani in Italia.

Dal recupero di animali in via di estinzione alla riscoperta delle proprietà medicinali delle piante, dal recupero delle tipicità alla trasformazione e vendita aziendale dei
prodotti, fino all’innovazione di prodotto con l’uso non alimentare delle coltivazioni per ottenere coprisedili per auto o cuscini sono alcune delle attività illustrate in Fiera dai
vincitori del concorso del quale è stata presentata la nuova edizione dal Delegato nazionale dei Giovani della Coldiretti Donato Fanelli. Una iniziativa per fare conoscere il valore
aggiunto offerto dai giovani che hanno scelto di fare impresa in agricoltura in Italia da contrapporre all’agropirateria dell’estero dove – ha stimato la Coldiretti – sono falsi più tre
prodotti alimentari “italiani” su quattro. In altre parole le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy potrebbero quadruplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare
internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di
mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.

E’ il caso – ha spiegato la Coldiretti – dei formaggi tipici dove il Parmesan è la punta dell’iceberg diffuso in tutto il mondo , ma c’è anche il Romano prodotto nell’Illinois con
latte di mucca anziché di pecora o la Fontina danese e svedese molto diverse da quella della Val d’Aosta, l’Asiago e il Gorgonzola statunitensi. La lista è lunga – precisa la
Coldiretti – anche per i salumi con la presenza sulle tavole del mercato globale di pancetta, coppa, prosciutto Busseto Made in California, ma anche di falso salame Milano e addirittura di
soppressata Calabrese tutelata come Dop dall’Unione Europea. E non mancano casi di imitazione tra i prodotti simbolo della dieta mediterranea come il Pompeian olive oil che non ha nulla a che
fare con i famosi scavi, ma è prodotto nel Maryland, pasta milanesa, tagliatelle e capellini milaneza prodotti in Portogallo. Tra i condimenti taroccati risaltano i San Marzano: pomodori
pelati “grown domestically in the Usa” o i pomodorini di collina cinesi e la salsa Bolognese dall’Australia. Non sfugge al tarocco – conclude la Coldiretti – anche il vino simbolo del Made in
Italy come il Chianti “clonato” nella Napa Valley in California.

LE AZIENDE VINCITRICI DELL’OSCAR GREEN COLDIRETTI PRESENTI IN FIERA

Allevamento Chianina di Canossa – Casina (Reggio Emilia) – Premio assegnato a Umberto e Mauro Bigi titolari di un’impresa esempio di modernità e funzionalità per la
capacità di comunicare il valore di un prodotto antico eppure modernissimo quale la carne di razza Chianina a rischio di estinzione. L’allevamento dei fratelli Bigi è oggi il
più grande del Nord Italia e si piazza fra i primi 10 italiani. La trasparenza dell’offerta comincia dall’alimentazione dei capi bovini, che vivono nelle migliori condizioni possibili e
si alimentano di foraggi e cereali coltivati in azienda e certificati biologici. I Bigi si presentano così: “Negli anni abbiamo chiuso il ciclo produttivo dell’azienda e oggi possiamo
dire di coltivare orzo e vendere bistecche”: un valore comunicato con semplicità ed efficacia anche attraverso un efficiente e moderno sito internet.

“Il Verbasco” Speziali Laurentiani – Lorenzana (Pisa) -Premio assegnato a Matteo Bacci in riconoscimento della capacità di coniugare tradizione e innovazione nel settore delle
piante officinali, creando un canale diretto di informazione al consumatore con incontri nelle farmacie specializzate dove possono essere “assaggiate” e “provate” periodicamente grazie anche a
personale qualificato e alla collaborazione con la facoltà di Farmacia dell’Università di Pisa. Il piano imprenditoriale si rivolge anche ai giovani laureati con l’obiettivo di
creare un consorzio che garantisca la tracciabilità della filiera e sostenere la produzione in loco di piante officinali, rispondendo alle nuove tendenze che legano salute e vivere bene.

Az. Sorelle Zappelli Cardarelli – Trevi (Perugia) – Guidata da tre giovani imprenditrici, le sorelle Zappelli Cardarelli, l’impresa “I Mandorli”, specializzata nella produzione di olio
extravergine di oliva DOP Umbria (Colli Assisi Spoleto), è stata premiata per i risultati raggiunti nel convertire alla coltivazione biologica un oliveto di 5000 piante. L’azienda, che
appartiene alla famiglia da tre secoli, è stata rilanciata dalle tre sorelle che dopo l’università hanno deciso di dedicarsi alla campagna valorizzando il patrimonio di storia,
cultura e paesaggio di un angolo prezioso del territorio di Trevi. Oltre all’olio, l’azienda produce cereali, foraggiere, ortofrutta per le confettura, legname. Negli ultimi anni l’azienda ha
puntato sulla proposta agrituristica, caratterizzando la ristorazione con l’offerta di piatti tipici della cucina umbra. Di recente è stato ristrutturato l’antico frantoio di famiglia,
nel rispetto filologico delle sue connotazioni, facendone un museo sulla storia dell’olio di Trevi, a disposizione di ospiti e di scolaresche.

Az. Agrituristica Fausto Andi – Montù Beccaria (Pavia) – L’azienda agricola di Fausto Andi specializzata nella produzione di frutta e nella sua trasformazione in confetture e
succhi, e nella produzione di vino da vitigni autoctoni, tramite l’assunzione in azienda di persone diversamente abili e con attenzione allo sviluppo locale dei territori rurali. Il premio
è stato assegnato al titolare dell’impresa in quanto il progetto, nella logica della multifunzionalità rappresenta un contributo sostanziale allo sviluppo socio-economico del
territorio. L’attività sociale dell’azienda è basata su accordi con le ASL e la Comunità montana e guarda al territorio e alla sua storia.

Az. Hortus Novus – Lusia (Rovigo) – Premio a Emanuele Capato titolare di un’azienda orticola di circa 16 ettari specializzata nella produzione di: lattughe, gentile, carote, sedano
interamente tracciabili dal campo alla tavola. Fornitrice della grande distribuzione l’azienda è stata premiata perchè valorizza la speciale realtà pedoclimatica del
territorio, per produrre “grandi insalate”, molto apprezzate dai consumatori e dai gastronomi più esigenti. Inoltre, l’azienda ha dimostrato di avere saputo creare per un mercato ormai
stanco dell’ omologazione dilagante di gusti e qualità e che desidera riconoscere nel prodotto l’inconfondibile impronta del luogo di provenienza, una linea propria di insalata a marchio
riconosciuto:”Hortus Novus”. Ad ulteriore garanzia di qualità l’azienda ha conseguito la Certificazione di Prodotto della Lattuga, certificato n. 2100 rilasciato dal CSQA il 5 dicembre
2003.

Az. Cicchetti – Monteleone di Spoleto (Perugia) – L’imprenditore Giulio Cicchetti è stata premiato per la capacità dimostrata di generare reddito e sviluppo nel piccolo
comune montano di Monteleone di Spoleto; un territorio difficile dove la tradizione cerealicola occupa ormai poco spazio e riscuote un esiguo interesse da parte dei pochi agricoltori rimasti.
Il titolare, in un’ottica sempre più attenta di valutazione delle esigenze dei consumatori, ha saputo valorizzare la coltivazione del Farro che viene collocato sul mercato. L’aspetto
più creativo e innovativo risiede nel fatto che i sottoprodotti vengono utilizzati per creare coprisedili per auto e cuscini. Invenzione e originalità imprenditoriale, sono queste
le parole chiave che caratterizzano questa azienda.

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