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Agroalimentare: Emilia Romagna, Legislazione Regionale nel primo trimestre 2012

By Redazione

Nel primo trimestre del 2012 gli enti autarchici territoriali (regioni e province autonome) hanno legiferato nelle materie – d’interesse immediato o indiretto per il settore agroalimentare – di
seguito indicate (in parentesi il numero della legge regionale o provinciale o del decreto del Presidente della Giunta regionale).    

EMILIA-ROMAGNA

– Ambiente: servizi pubblici locali (Emilia Romagna, 23/2011)

– Aree protette (Emilia Romagna, 24/2011)

Legge regionale n. 23 del 23.12.2011: Norme di organizzazione territoriale delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell’ambiente

Il provvedimento, composto da 27 articoli, disciplina il sistema di governance dei servizi ambientali, con esclusione del piano della programmazione e della pianificazione del sistema e
dell’affidamento dei servizi e del regime tariffario, e si occupa della funzione di regolazione e dell’assetto del sistema, partendo dalla legge statale 42/2010, che dispone la soppressione delle
ATO – Ambito territoriale ottimale (già istituite e previste per il servizio idrico integrato e per il servizio di gestione dei rifiuti urbani dalla legge nazionale n. 152/2006) dal primo
gennaio 2012.
La Regione Emilia-Romagna, atteso che la stessa legge 42 dà alle Regioni la potestà di ridefinire l’organizzazione delle ATO, ha deliberato di riattribuire agli enti locali e ai
Comuni, in primo luogo, la piena titolarità del ruolo di regolatore economico e di soggetto preposto agli affidamenti, alla gestione del rapporto di servizio e alla proposizione degli
interventi necessari allo svolgimento dei servizi pubblici locali ambientali.
La costituzione dell’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici ed i rifiuti, a cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni e le Province, dotata di personalità
giuridica, che subentra alle vecchie ATO, permetterà di rafforzare la funzione pubblica e, in coerenza con quanto previsto dalle normative comunitarie, di attuare la separazione tra le
funzioni di regolazione e di gestione dei servizi.
L’Agenzia regionale opererà su due livelli, uno centrale ed uno locale con funzioni distinte di governo. Al primo livello, il consiglio d’ambito costituito da 9 sindaci o presidenti di
Provincia o amministratori da loro delegati, saranno assegnate funzioni generali di regolazione economica e di approvazione di atti fondamentali, mentre al secondo livello, il consiglio locale
costituito dai Comuni della provincia, spetteranno compiti riferibili al territorio provinciale. Il consiglio locale, tra l’altro, invierà ai Consigli comunali una relazione annuale sullo
stato dei servizi.
La scelta di prevedere, tra gli organi dell’Agenzia, oltre ai consigli di ambito e locali e al collegio dei revisori, un unico presidente, quello dell’Agenzia, scelto tra i componenti del
consiglio di Ambito, e di prevedere per i consigli locali l’individuazione di un coordinatore, conferisce all’assetto di governance sia la forza della rappresentatività territoriale sia di
quella della coesione regionale.
Tra le funzioni della Regione il compito, riservato all’Assemblea legislativa, di avvalersi di tre esperti nella materia della regolazione del servizio idrico e della gestione dei rifiuti per
assicurare la funzione di controllo regionale sui piani e programmi di investimento del piano d’ambito e il raggiungimento degli obiettivi di interesse strategico regionale e di attivare le
opportune forme di consultazione del comitato degli utenti e dei portatori di interesse e dell’Agenzia.
Il provvedimento assegna alla Regione un ruolo sia di impulso e di accompagnamento del nuovo soggetto di regolazione, durante la fase di attivazione, sia di indirizzo, attraverso l’emanazione di
direttive e linee guida vincolanti, che di controllo, anche in riferimento al rispetto delle coerenze della programmazione e dei suoi strumenti.
Si è anche inteso rafforzare il ruolo sanzionatorio nei confronti di precise inadempienze dei gestori ed l’estendere la funzione relativa all’osservatorio regionale dei servizi pubblici
locali da attuarsi attraverso una banca dati unitaria, lo sviluppo di un sistema informativo delle reti e degli impianti e l’apposito apporto degli osservatori provinciali e delle agenzie della
regione a cominciare dall’ARPA (Agenzia regionale di protezione dell’ambiente.)

Legge regionale n. 24 del 23.12.2011: Riorganizzazione del sistema regionale delle aree protette e dei siti della rete Natura 2000 e istituzione del Parco regionale dello Stirone e del
Piacenziano

     Le funzioni di tutela e conservazione della natura sono affidate in Emilia-Romagna ad un articolato sistema di aree naturali protette integrato dai Siti della Rete Natura
2000. Le aree protette sono attualmente rappresentate da 2 Parchi nazionali, 14 Parchi regionali, 1 Parco interregionale, 16 Riserve naturali, 3 Paesaggi naturali e seminaturali protetti, 33 Aree
di riequilibrio ecologico.
La superficie protetta della Regione attraverso la rete regionale ha una percentuale pari a circa il 15% dell’intera Emilia-Romagna.
Il sistema di protezione del patrimonio naturale regionale si integra con le tutele garantite dal Piano Territoriale Paesistico Regionale attualmente in vigore a cui si affiancano le previsioni
delle cosiddette Reti Ecologiche provinciali.
Il modello di gestione adottato per le Aree protette e i Siti della Rete Natura 2000, in base ai principi di sussidiarietà, cooperazione istituzionale, responsabilizzazione e integrazione,
si fonda sul protagonismo degli Enti Locali ed in particolare, per i Consorzi dei Parchi regionali, è previsto il consorzio obbligatorio tra Province, Comuni e Comunità
Montane.
La legge finanziaria 2010 del 23 dicembre 2009, n.191 all’art. 2, comma 186, ha previsto la soppressione dei consorzi di funzioni tra enti locali. Tale previsione è stata ulteriormente
precisata dall’art. 1, comma 44, della legge n.10 del 2011 (Legge sulle proroghe) il quale stabilisce che “fino alla data di entrata in vigore di ciascuna legge regionale di riordino e comunque
non oltre il 31 dicembre 2011, i Consorzi di funzioni costituiti per la gestione degli Enti Parco con legge regionale sono esclusi dall’applicazione dell’art. 2 della legge finanziaria
2010”.
         E’ sorta pertanto l’esigenza di adeguare l’assetto Giuridico – istituzionale degli strumenti di gestione dei Parchi della Regione. Con la legge
regionale 24 del 2011 si è pertanto colta l’occasione rappresentata dalla necessità di costituire nuovi Enti di gestione in sostituzione dei sopprimendi Consorzi per riorganizzare
complessivamente l’intero Sistema delle Aree protette e dei Siti della Rete Natura 2000. Peraltro sono emerse alcune criticità al fine di superare le quali viene proposto un nuovo modello
gestionale.
La principale problematica è rappresentata dall’eccessiva frammentazione delle Aree protette, dalle loro ridotte dimensioni e dall’isolamento delle stesse, fattori che non garantiscono la
necessaria efficacia nelle azioni di tutela della biodiversità.
In secondo luogo i Consorzi obbligatori di Enti locali si sono dimostrati di troppo ridotte dimensioni, con conseguente scarsità di mezzi e dotazioni, elementi che hanno impedito di
esercitare la dovuta influenza sulle decisioni di competenza di altri soggetti pubblici all’esterno dell’Area protetta.
La scelta adottata è costituita dall’individuazione di cinque macroaree con caratteristiche geografiche, climatiche e naturali e conseguenti esigenze conservazionistiche omogenee. Questa
suddivisione del territorio regionale risponde appunto all’esigenza di coordinare e ottimizzare la gestione di tutte le competenze già attribuite a diversi soggetti istituzionali
nell’ambito di un ente di grandi dimensioni e specializzato nella tutela del patrimonio naturale.
Nel governo degli Enti di gestione delle Macroaree per i Parchi e la Biodiversità sono comunque rappresentate le Province il cui territorio è interessato dalle Aree protette e dai
Siti della Rete Natura 2000 e i Comuni interessati dai Parchi regionali, in un’ottica di continuità con il precedente modello gestionale.

A cura di Bruno Nobile
per Newsfood.com

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