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Agricoltura: la Cia presenta il “Bilancio Sociale”

Agricoltura: la Cia presenta il “Bilancio Sociale”

By Redazione

Ecco come si sviluppa il “Nuovo Patto con società”. La manifestazione si è tenuta oggi a Roma, presso la sede del Cnel. Il presidente Giuseppe Politi: abbiamo voluto rendere
visibile e tangibile il ruolo e la funzione sociale della Confederazione. E’ stato colto l’invito dell’Ue ad un’effettiva “Rendicontazione sociale”. Un’informazione completa, trasparente e
realmente più mirata. Le esperienze di Ases in America Latina e Africa, il progetto con la Siua per contrastare il bullismo, l’accordo con “Libera” per la gestione dei terreni confiscati
alla criminalità organizzata.

Un’informazione completa, trasparente e realmente più mirata. E’ questo l’obiettivo che si pone il “Bilancio Sociale” della Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha deciso di rendere
pubblico il suo impegno, come organizzazione di imprese e di persone che operano e agiscono nel mondo agricolo e rurale, nella società. Un impegno forte e consolidato che affonda le sue
radici in più di trent’anni di storia. Il “Bilancio Sociale” della Cia, elaborato in collaborazione con la Fondazione Humus, è stato presentato oggi a Roma, presso la sede del Cnel.
I lavori, presieduti da Enzo Pierangioli, vicepresidente nazionale della Cia, sono stati introdotti da Alberto Giombetti, coordinatore della Giunta nazionale Cia.

Sono intervenuti Edoardo Patriarca, consigliere del Cnel e coordinatore dell’Osservatorio sul Terzo Settore, Giustino Trincia, responsabile Politiche internazionali di Cittadinanzattiva, Claudio
Guccinelli, direttore A.Se.S (Associazione solidarietà e sviluppo) e Roberto Marchesini, direttore del Siua (Scuola d’interazione uomo-animale di Bologna). Le conclusioni sono state svolte
da Giuseppe Politi, presidente nazionale della Cia. Un primo “Bilancio Sociale”, forse unico nel suo genere per associazioni di rappresentanza imprenditoriale e sociale, “attraverso il quale – ha
sostenuto il presidente Politi – si vuole testimoniare l’impegno della Cia e del mondo agricolo che essa rappresenta per uno sviluppo più equilibrato e sostenibile.

Per una crescita che risponda ai bisogni veri delle persone”. D’altronde, da tempo l’Unione europea raccomanda ed invita le imprese, le cooperative e le associazioni e le organizzazioni di
rappresentanza ad adottare la pratica della “Rendicontazione Sociale”, nell’ambito della diffusione delle buone pratiche a protezione dei diritti dei consumatori. Più informazione, anche e
soprattutto di carattere sociale, insieme a politiche serie di liberalizzazione dei mercati, proteggono e garantiscono ai consumatori libertà e conoscenze negli acquisti. Va letta, quindi,
in questo senso anche la decisione della Cia di accogliere ed applicare sia le indicazioni che le raccomandazioni di Bruxelles per le politiche del consumerismo, non solo attraverso gli enunciati
e gli impegni assunti, ma anche con la propria storia e tradizione nonché con l’impegno preso attraverso il “Nuovo Patto con la società”.

Il “Nuovo Patto con la società” della Cia -ha ricordato Politi- è fondato “sul riconoscimento del contributo dell’agricoltura allo sviluppo ed all’occupazione, al benessere sociale
nella sua accezione più ampia: qualità della vita, coesione sociale, biodiversità, ambiente, paesaggio. Nelle economie sviluppate il valore dell’agricoltura produttiva non si
misura solo come componente del Pil, ma nella capacità di trasformare la ricchezza del prodotto agricolo, con la sua storia, la sua tradizione, la sua cultura, in una leva strategica che
consenta agli agricoltori di produrre reddito, soddisfacendo bisogni collettivi. Per questo vogliamo un’agricoltura forte e imprese competitive capaci di produrre reddito per gli agricoltori e
ricchezza per la nazione”.

Con il “Nuovo Patto con la Società”, la Cia mette a disposizione della collettività i suoi valori sociali ed economici, concorrendo così alla realizzazione di un Paese,
l’Italia, e di un’Europa sviluppata economicamente e rispettosa dei diritti delle persone. La difesa dei diritti dei produttori agricoli coincide con quella dei consumatori. Il “valore sociale”
della Cia, in questo contesto, è che, con decisione e convinzione, concorre alla politica europea di protezione dei valori sociali dei consumatori. Nel corso della presentazione del primo
“Bilancio Sociale”, è stato rilevato che nel 2006 nella quarta Assemblea congressuale della Cia si è deciso di affiancare ai documenti contabili del Bilancio dell’anno anche una
Relazione di Missione, con lo scopo di aumentare l’informazione, la trasparenza, ma anche di rendere sempre più concreto e visibile il ruolo e la funzione sociale della
Confederazione.

“Nel 2008 – ha rilevato Politi – si è deciso di accogliere le raccomandazioni e l’invito dell’Unione europea a formulare un progetto specifico di Rendicontazione Sociale (Res), con
l’obiettivo di rendere sempre più trasparente e diffusa la realtà della nostra Confederazione. Con il nostro progetto di Rendicontazione, non abbiamo voluto fare una pura operazione
di marketing sociale, bensì rendere chiaro a tutti che il nostro impegno ed il nostro ruolo economico sono coerenti con le responsabilità che ci siamo assunti verso la
collettività e che la nostra identità sociale e la nostra storia ci rendono atti a rispondere alle domande di milioni di cittadini, che vedono nell’agricoltura una risposta idonea e
necessaria ai loro bisogni primari, come l’alimentazione, la sicurezza alimentare ed il mantenimento del giusto equilibrio tra sviluppo e territorio”.

Un impegno nel sociale che per la Cia si è tradotto già in iniziative concrete: dall’accordo con “Libera”, per la gestione dei terreni confiscati alla criminalità
organizzata, all’Ases, l’associazione della Confederazione impegnata in progetti di solidarietà ed evoluzione di progetti agricoli in America Latina e in Africa, alla lotta per sconfiggere
il crescente e quanto mai attuale fenomeno del bullismo e delle emarginazioni ed esclusioni. Un progetto in tal senso si sta portando avanti con la Siua-Scuola di interazione uomo-animale e con
esso si vogliono coinvolgere i giovani in un rapporto nuovo con il mondo agricolo che, con le sue culture, con i suoi consistenti valori che sono radicati saldamente nel tessuto sociale ed
economico del nostro Paese, può dare il suo positivo apporto ad un’educazione al vivere civile alla inclusione.

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