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Aceto balsamico di Modena: Sequestrate più di 91mila confezioni sospette

Aceto balsamico di Modena: Sequestrate più di 91mila confezioni sospette

By Redazione

Modena – Sequestrate più di 91mila confezioni sospette, pari a circa 35mila litri di aceto balsamico, elevate sanzioni amministrative per un valore complessivo di oltre
300mila euro, e denunciate sei persone per imitazione, evocazione ed usurpazione di prodotti tutelati da marchio a denominazione protetta.

Sono i principali risultati della vasta operazione anticontraffazione condotta dal Corpo forestale dello Stato in diverse regioni italiane a tutela dell’aceto balsamico di Modena IGP e aceto
balsamico tradizionale DOP.

L’Operazione “Oro Nero” è il frutto di complesse indagini iniziate nel novembre 2010 e di numerosi controlli agroalimentari sui produttori di aceti da tavola al fine di accertare la
presenza di derivati imitativi o evocativi delle denominazioni protette, le tradizionali DOP di Modena e Reggio Emilia e il più recente IGP, che può essere prodotto solo nel
comprensorio costituito da entrambe.

I controlli si sono estesi contemporaneamente in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio, Molise e Puglia e hanno coinvolto circa 20 ditte produttrici.

All’operazione hanno preso parte gli uomini dei Comandi Regionali di Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio, Molise e Puglia del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con il
personale dei Comandi Provinciali di Torino, Verona, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Arezzo, Campobasso e Bari, coordinati dal Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma.

Dopo l’aceto balsamico cosiddetto “tradizionale”, presente da diversi anni, nel luglio del 2009 è stato approvato con un regolamento comunitario il disciplinare dell’Indicazione
Geografica Protetta “aceto balsamico di Modena I.G.P.”, prodotto con caratteristiche qualitative e di invecchiamento inferiori all’aceto balsamico tradizionale, ma che si è imposto sui
mercati internazionali ed è attualmente in forte espansione, al punto che si stima nel 2010 una produzione di oltre 9 milioni di litri.

Dopo una fase di transizione e di smaltimento dei prodotti in giacenza e delle etichette già stampate, i produttori avrebbero dovuto mettersi in regola con la nuova produzione IGP a
partire dal 24 aprile 2010, sottoponendo tutte le partite di aceto ai controlli qualitativi da parte dell’organismo di certificazione ufficiale. Il semplice richiamo al termine “balsamico”
è evocativo ed imitativo non solo dell’IGP, ma anche dei due marchi DOP, e quindi è irregolare in quanto volto a sfruttare indebitamente la loro reputazione.

L’aceto balsamico di Modena, anticamente utilizzato per lenire il mal di gola, il respiro affannoso, gli svenimenti, l’indigestione e addirittura il morso di bestie velenose, è uno
dei prodotti più imitati al mondo
e solo negli Stati Uniti si calcola che la contraffazione dell’aceto balsamico DOP e IGP crea un danno economico di oltre 10 milioni di euro.

Redazione Newsfood.com+WebTv

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